Sgomberata la scuola Bargellini. Settanta cittadini somali trasferiti temporaneamente all'ex ospedale "Banti"

L'Amministrazione comunale è tornata in possesso della scuola Bargellini, occupata dallo scorso 2 agosto da un gruppo di cittadini somali. L'operazione si è svolta stamani, senza problemi, con circa 70 somali che sono stati trasferiti temporaneamente presso l'ex ospedale "Banti" a Pratolino. Ha coordinato le operazioni di trasferimento, supportate da 20 agenti dei nuclei controllo anti degrado e patrimonio della Polizia Municipale guidate dagli ispettori Stefano Fe e Moreno Bosco e dal personale della protezione civile del Comune di Firenze, l'assessore all'immigrazione Lucia De Siervo, in costante contatto col sindaco Leonardo Domenici, che ha espresso la volontà di risolvere il problema tenendo conto sia delle esigenze dell'Amministrazione comunale che quelle umanitarie."Il Comune di Firenze – ha sottolineato l'assessore De Siervo –, pur non avendo soluzioni da poter offrire, si è fatto carico del problema di queste persone che sono venute in Italia con la speranza di una vita più dignitosa. L'occupazione abusiva della scuola Bargellini doveva cessare perché la struttura deve essere sottoposta a lavori di ristrutturazione che dovranno concludersi entro il prossimo gennaio. Pertanto abbiamo sollecitato la Regione Toscana per l'utilizzo dell'ex ospedale Banti. La soluzione prospettata avrà la durata di un mese nel quale, col supporto del consiglio degli stranieri e delle commissioni consiliari competenti, cercheremo di attivare un percorso per un inserimento autonomo nella nuova realtà".Nell'occasione l'assessore De Siervo è tornare a ribadire la necessità di un tavolo tecnico-politico fra diversi livelli istituzionali. "La Convenzione di Dublino – ha aggiunto l'assessore De Siervo – ribadisce che i rifugiati, in qualsiasi Paese si trovino, vengano fatti tornare dove hanno fatto richiesta. Per cui nei prossimi mesi potranno arrivare in Italia circa 20.000 stranieri. Per questo serve un coordinamento fra vari soggetti istituzionali, primo fra tutti il governo finora più che mai assente, perché l'assistenza ai profughi non è competenza degli Enti Locali".L'impegno del Comune verso i somali ed in generale per tutti i profughi richiedenti asilo è sempre stato costante. Firenze è tra le pochissime città italiane che si è dotata da oltre tre anni di una struttura che è villa Pieragnoli dedicata ai richiedenti asilo dove attualmente sono ospitate 55 persone provenienti da tutte le parti del mondo. Ma non c'è solo l'ospitalità: attraverso i volontari di Caritas, Arci vengono realizzati veri e propri programmi di inserimento sia per gli adulti che per i bambini nel mondo della professione e della scuola. Firenze è entrata a pieno titolo nel programma nazionale asilo e pur con gli scarsi finanziamenti è riuscita a dare ospitalità e a non lasciare le persone in strada. Nel marzo del 2004 dopo la grave situazione verificatasi dopo gli sbarchi dei clandestini a Lampedusa, il Comune ha contribuito a trovare 11 posti di accoglienza a Siracusa, Venezia, Modena Forlì e Macerata che si sono aggiunti alla sistemazione di altre 28 persone in Toscana e altre zone d'Italia, per un totale di 83 sommate a quelle ospitate a Villa Pieragnoli.E anche la questione somala di quest'estate è stata presa in considerazione con attenzione. Dopo lo sgombero dallo stabile di via Capponi (delle 88 persone che occupavano l'edificio 55 erano state sistemate grazie al P.N.A seguito dall'assessorato) voluto dalla Prefettura, il Comune ha subito aperto il dialogo con i somali che nel frattempo avevano occupato la scuola Bargellini, il mondo dell'associazionismo e il Movimento di Lotta per la casa. Il 2 agosto l'assessore De Siervo ha indetto un tavolo di confronto tecnico-politico con Regione, Provincia e i Comuni della provincia per trovare soluzioni. Dopo poco è partita una lettera al Prefetto in cui l'assessore De Siervo chiedeva che per i somali fosse riconosciuto lo stato di emergenza. Ed è del 12 agosto la decisione della Prefettura di inviare la Commissione centrale per lo status di rifugiato, uno strumento amministrativo eccezionale che ha lavorato per più di dieci giorni incontrando ad uno ad uno tutti i somali e concludendo il suo lavoro con il riconoscimento dello status di rifugiato per 22 di loro e per la concessione del permesso di soggiorno umanitario per altri 116.(fd-lb)