Morte del marocchino nel cassonetto, interviene Alessandri (AN): «Ben vengano le iniziative di solidarietà ma non assecondiamo i comportamenti illegali»
«Ben vengano le iniziative di solidarietà ma non assecondiamo i comportamenti illegali». Così il consigliere comunale di Alleanza Nazionale Stefano Alessandri replica all'assessore De Siervo a proposito dell' incidente di venerdì scorso nel quale ha perso la vita un marocchino di 31 anni che si era addormentato in un cassonetto dei rifiuti«Questo tragico episodio - ha aggiunto Alessandri - impone una serie di doverose riflessioni sui temi dell'accoglienza e dell'assistenza verso coloro che vivono in condizioni di estrema povertà e verso i "senza fissa dimora". E' doveroso attivare iniziative e campagne di comunicazione per informare le classi sociali più disagiate sulle strutture di prima accoglienza, i pronti interventi sociali e gli alberghi popolari gestite dal Comune, dal volontariato o da enti di assistenza benefica. Occorre tuttavia anche un approccio al problema meno demagogico e strumentale».«Non mi risulta - ha proseguito l'esponente del centrodestra - che siano centinaia le persone che scelgono di passare la notte nei cassonetti per vari motivi e quindi mi pare un'operazione di mera propaganda l'annuncio dato dall'assessore De Siervo sulla grande campagna di comunicazione sui pericoli che corre chi decide di addormentarsi in un cassonetto. Trovo oltretutto molto grave che questo assessore imputi alla recente normativa sull'immigrazione, la cosiddetta legge Fini-Bossi, la responsabilità delle situazioni di pericolo che corrono gli immigrati extracomunitari irregolari»«Vorrei ricordare all'assessore De Siervo - ha sottolineato Alessandri - che l'immigrato che entra clandestinamente sul suolo italiano commette un reato. Questo è stato stabilito da una legge dello stato che si può condividere o meno ma rimane legge dello stato. Il dichiarare, come ha fatto l'assessore che " da quando è in vigore la legge Bossi-Fini sull'immigrazione, i clandestini non si rivolgono più alle strutture pubbliche nel timore di essere arrestati e rimpatriati. E quindi può succedere che immigrati irregolari finiscano per vivere in situazioni di pericolo.." appare più come una forzatura, affrettata e non veritiera, dettata forse più da motivi propagandistici che da un analisi obiettiva della realt໫Sarebbe auspicabile ha concluso il consigliere di Alleanza Nazionale - che gli sforzi dell'assessore e dell'intera amministrazione fossero altrettanto intensi per contrastare il fenomeno della clandestinità anziché prenderne semplicemente atto come si trattasse di un falso problema o ancor peggio di una prassi comune consolidata». (fn)