Morte del marocchino nel cassonetto, l'assessore De Siervo: "serve una comunicazione multilingue che segnali i rischi"

"Il tragico incidente di venerdì scorso, quando un marocchino di 31 anni, Omar Mahfudi, è stato ritrovato morto, ci deve far riflettere sull'esigenza di informare meglio quelle persone che la sera, per vari motivi, trovano rifugio nei cassonetti senza sapere degli enormi rischi che corrono". E' questo il commento dell'assessore all'integrazione e all'accoglienza Lucia De Siervo che, ricorda, "se quella notte, l'extracomunitario si fosse rivolto ai nostri centri di accoglienza notturna avrebbe trovato un posto dove dormire: quella sera erano disponibili 6 posti letto in pronta accoglienza e 3 al pronto intervento sociale".Il Comune da tempo, insieme al volontariato, mette in campo molti interventi per i senza fissa dimora. "Quindi – commenta l'assessore – se da un lato continuiamo con l'impegno di sempre in questo settore, dall'altro abbiamo già accordi con la società il Quadrifoglio per adottare provvedimenti concreti. Tra questi stiamo pensando ad una campagna di comunicazione, che dovrà essere realizzata attraverso vari strumenti come adesivi o volantini, sui quali venga segnalato, in varie lingue, il rischio per chi la sera va a dormire in un cassonetto invece di rivolgersi alle strutture di competenza"."La morte del giovane marocchino - prosegue l'assessore De Siervo – ci evidenzia comunque un problema reale. Infatti da quando è in vigore la legge Bossi-Fini sull'immigrazione, i clandestini non si rivolgono più alle strutture pubbliche nel timore di essere arrestati e rimpatriati. E quindi può succedere che immigrati irregolari finiscano per vivere in situazioni di pericolo".L'assessore ricorda che per tutto l'anno sono in funzione le strutture di prima accoglienza per donne sole e donne con bambini al Centro Santa Lucia, il centro accoglienza gestito dalla Caritas San Paolino, l'albergo popolare e il pronto intervento sociale, destinato a persone in evidente stato di disagio. (pc)