Ataf, lettera aperta di De Zordo al sindaco e al presidente del consiglio comunale: "Il risanamento dell'azienda passa per il miglioramento del servizio e la riorganizzazione della mobilità cittadina e metropolitana"
Una lettera aperta indirizzata al sindaco Leonardo Domenici e al presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini sulla vicenda Ataf. L'ha scritta Ornella De Zordo, capogruppo di "Unaltracittà/Unaltromondo". Ecco il testo della lettera. (mf)«La crisi finanziaria di Ataf lascia sconcertati non solo per il consistente deficit previsto, ma anche per la scarsa efficienza dell'azienda di trasporto pubblico e le conseguenti ricadute negative sulla mobilità cittadina e metropolitana. Non è certo sufficiente risanare l'azienda attraverso la ricapitalizzazione e il pareggio del bilancio. Sarebbe infatti un grave errore pensare che l'acquisizione della proprietà del deposito di viale dei Mille, l'appalto a Linea delle corse più deboli, la fusione con Firenze Parcheggi, possano rappresentare le soluzioni, senza prevedere invece un concreto rilancio della società per i prossimi anni. Per non parlare del rischio che già si intravede di una riduzione del personale, un provvedimento che fa ricadere sui dipendenti la crisi in atto e che va nella direzione opposta rispetto all'incentivazione e al miglioramento del trasporto pubblico, e la conseguente riduzione di quello privato, che deve rimanere l'obbiettivo prioritario dell'amministrazione. Al contrario, il personale deve essere motivato e valorizzato, perché il rilancio di Ataf passa sia attraverso il miglioramento del servizio reso ai cittadini, ridando quindi credibilità ed efficienza all'azienda, che la riorganizzazione della mobilità cittadina e metropolitana, con una progettazione integrata di bus, parcheggi, ferrovia, futura tramvia e mobilità privata.Si devono dunque raggiungere obbiettivi di qualità: la drastica riduzione delle corse perse, che danneggiano e irritano i cittadini-utenti; l'aumento della velocità commerciale dei bus, in modo da rendere competitivo il mezzo pubblico con quello privato; una diversa politica tariffaria, che preveda nuovi biglietti e nuovi abbonamenti, per favorire l'acquisizione di nuovi utenti, dagli studenti più o meno giovani ai disoccupati, dai co.co.co ai lavoratori dipendenti con il ticket-trasporto della propria azienda. E' indispensabile dare attuazione e aggiornare il Piano Urbano del Traffico (PUT), approvato nel luglio 2003 ma rimasto largamente incompiuto, per ridisegnare le linee dei bus e aumentare il numero e l'estensione delle corsie preferenziali, non solo in vista dei cantieri della tramvia, ma anche per recuperare la competitività delle linee deboli, che sono l'80% delle linee attuali. E' necessario procedere con l'elaborazione del Piano Urbano della Mobilità (PUM), per progettare e programmare gli interventi sulla mobilità pubblica e privata nei prossimi 10 anni.La crisi di Ataf è una crisi complessiva e strutturale gravissima, alla vigilia di appuntamenti fondamentali per la mobilità: l'affidamento della gestione del Trasporto Pubblico Locale ad Ataf, che vincerà la gara in quanto unica partecipante, e la cantierizzazione della tramvia, che avrà un forte impatto sulle linee dei bus e sul traffico privato. Per questo il Consiglio Comunale deve riprendere il proprio ruolo di indirizzo politico, discutendo del rilancio di Ataf con i cittadini-utenti, attraverso un percorso partecipato, e all'interno delle proprie commissioni, in particolare quella più competente, la commissione "Trasporti e Ambiente". Il Consiglio e la Giunta devono affrontare decisamente la creazione dell'Agenzia per la Mobilità, espressione dei Comuni dell'area metropolitana, della Provincia, della Regione e delle aziende di trasporto, che dovrà pianificare e coordinare le strategie e le priorità degli interventi e degli investimenti a breve, medio e lungo termine, puntando a politiche di disincentivo all'uso dell'auto, in favore del mezzo pubblico, rendendolo più veloce e competitivo rispetto al mezzo privato.Alla luce di questa sitruazione indignano quindi le parole pronunciate dall'ex presidente di Ataf, Aldo Frangioni, che nel marzo scorso, all'ingresso di Elisabetta Tesi nel Consiglio di Amministrazione, sosteneva che sotto la sua presidenza l'Ataf "è riuscita a mantenere l'equilibrio nei conti" e che la società è "caratterizzata da una gestione economica più produttiva e capace di offrire servizi sempre migliori" (intervista del 13/3/2004). E' possibile che Frangioni non si fosse accorto degli oltre 7 milioni di euro di deficit del 2003, che diventeranno 9 milioni nel 2004, e che le 45 mila corse soppresse nel 2003 non erano dovute ai cantieri stradali, ma dalla cattiva gestione della società e soprattutto dalle mancate coperture dei turni degli autisti assenti? Per non parlare poi della velocità media oraria dei mezzi Ataf, che si aggira intorno ai 15 chilometri orari, e della media del numero annuo dei viaggi Ataf per abitante che già nel 2002 è crollato rispetto al 2001, con 137 viaggi rispetto ai 229 dell'anno precedente ("Dossier trasporto pubblico 2004" di Legambiente). Se non si attiva una riorganizzazione di largo respiro, se non si dà forza ai progetti per una diversa mobilità della città, quale fiducia possono avere i cittadini nella futura gestione del trasporto pubblico?».