Ataf, lettera aperta del consigliere Falciani alla presidente Tesi
Questo il testo della lettera aperta del consigliere dello Sdi in Palazzo Vecchio Alessandro Falciani alla presidente dell'Ataf Elisabetta Tesi"La situazione attuale di ATAF che chiuderà il 2004 con un deficit previsionale di 9 milioni di euro (circa 18 miliardi di vecchie lire) non è molto dissimile da quella dei primi anni '90.Nel 1991 ATAF registrò infatti 43 miliardi di passivo in vecchie lire, paragonabile a circa 22 milioni di euro. Fu attuato, in cinque anni, un Piano di Risanamento che portò il deficit a 16 miliardi (poco più di 4 milioni di euro) nel 1996. L'abbassamento del deficit fu realizzato grazie principalmente ad un'operazione di diversificazione aziendale che portò all'esterno certe attività al fine di ridurre i costi interni. Furono così costituite aziende di secondo livello, miste tra pubblico e privato tra cui LINEA ( trasporto pubblico per linee deboli), OPITEC (manutenzione mezzi) IMAGO ( delegata alla pubblicità).Ma nel 1998 c'era la possibilità di azzerare il deficit portando a compimento la riorganizzazione dell'azienda, separando il settore immobiliare e patrimoniale da quello dell'esercizio. Costituire insomma due aziende separate, riportando ATAF alla sola e primitiva vocazione di azienda di trasporto pubbico. Ma la proposta non piacque all'allora assessore al traffico, e fu accantonata. Ma l'idea piaque ad altre aziende di trasporto come quella di Roma e Perugia, che invece la adottarono, realizzando consistenti vantaggi sul piano dei loro deficit .E in tempi più recenti ATAF ha compiuto diversi errori: sia sul piano delle politiche tariffarie, che su quello della direzione aziendale e dell'organizzazione del lavoro. Infatti, la direzione dell'azienda è stata affidata ad un politico (ex presidente dell'azienda di trasporto pubblico di Bologna); sono stati aboliti i contratti di formazione lavoro che consentivano un notevole risparmio aziendale; inoltre il management è fortemente indebolito non essendo stati sostituiti il Direttore amministrativo e il Direttore del personale, figure attualmente vacanti. E pare che l'azienda voglia fare a meno anche della figura del Direttore Generale.In questo contesto appaiono del tutto inadeguate le proposte di intervenire sull'attuale deficit ipotizzando la fusione di ATAF all'interno di Firenze Parcheggi o conferendo il deposito ATAF di viale dei Mille al fine di ricapitalizzare l'azienda con beni di proprietà del Comune. Nel primo caso perché i privati (leggi banche) presenti all'interno di Firenze Parcheggi si guarderebbero bene dal prendersi in carico un'azienda con un deficit così alto. Nel secondo caso perché il conferimento del deposito non risolverebbe i nodi strutturali aziendali, ma si configurerebbe come un pannicello caldo. Inoltre il conferimento porterebbe la quota societaria del Comune all'interno di ATAF dall'attuale 82% al 90%, realizzando un onere maggiore di copertura delle perdite per il Comune stesso.La soluzione è pertanto rappresentata da un Piano di Risanamento quinquennale che dovrà intervenire sulle principali questioni strutturali:- realizzazione della suddivisione dell'azienda, separando il settore patrimoniale e immobiliare (che potrà occuparsi anche della pianificazione del servizio) da quello vero e proprio di trasporto pubblico, riportando ATAF alla sua primitiva vocazione;- riorganizzazione del lavoro,- revisione della politica tariffariaMa bisogna fare presto, perché l'attuale capitale sociale di ATAF è di circa 30 milioni di euro, e il codice civile impone che quando la perdita raggiunge il 30% del capitale sociale, o si ricapitalizza o si portano i libri in tribunale per attivare le pratiche fallimentari. E l'attuale perdita di 9 milioni per il 2004, (per il 2005 la previsione è pari a 12 milioni di euro) risulta essere pericolosamente vicina a quella soglia del 30%.Il mio auspicio è quello di potersi incontrare al più presto in una sede istituzionale adeguata coma la commissione consigliare di controllo sulle aziende partecipate del Comune".