Cassa di Risparmio di Firenze, Pieri (FI): «Giusto l'intervento del presidente Carmi per tutelare la fiorentinità della banca»
«Il consiglio comunale affronti quanto prima la questione dell'autonomia della Cassa di Risparmio di Firenze. La perdita delle radici fiorentine di questo prestigioso istituto di credito provocherebbe un contraccolpo negativo su tutto il tessuto economico della città». Lo ha detto il consigliere di Forza Italia Massimo Pieri secondo in quale «non va lasciato cadere il grido di allarme lanciato in questi giorni dal presidente dell'Ente Cassa Alberto Carmi».«La riforma della legge Amato dei primi anni '90 - ha ricordato Pieri - ha modificato profondamente gli assetti delle banche di diritto pubblico introducendo la nascita degli enti morali, nuovi soggetti di riferimento degli assetti societari. La legge ha previsto l'obbligo per i nuovi enti a mantenere la partecipazione nelle società bancarie nella misura inferiore al 50% per impedirne il controllo di maggioranza».«Con l'entrata in vigore della nuova normativa - ha aggiunto il consigliere di Forza Italia - anche la Cassa di Risparmio di Firenze ha visto mutare il assetto societario: la "Fondazione Cassa di Risparmio Firenze" mantiene una quota intorno al 40 mentre, ad esempio, l'IMI S. Paolo di Torino ha circa il 19%».«I patti parasociali - ha spiegato Pieri - attribuiscono al colosso torinese grandi responsabilità. Questa banca, inoltre, sembrerebbe interessata a spingere la Cassa verso una progressiva integrazione nel gruppo. Una posizione inaccettabile perché significherebbe spostare fuori Firenze le principali funzioni strategiche della Cassa di Risparmio».«Dopo la pausa estiva - ha concluso l'esponente del centrodestra - sarà opportuno aprire, da parte del consiglio comunale e delle commissioni compenti, un tavolo di confronto con i rappresentanti dell'Ente Cassa di Risparmio per approfondire tutti gli aspetti della vicenda e tutelare gli interessi della città». (fn)