Campo nomadi del Poderaccio, interviene Nocentini (Rifondazione): «Necessario affrontare con duttilità le questioni che riguardano la vita delle persone»

«Stamani mattina, come preannunciato, la polizia municipale si è presentata al Poderaccio per allontanare sette famiglie per far procedere i lavori di sistemazione del nuovo villaggio. Non può essere attribuito al caso, visto che ormai si ripete da molti anni, che questo accada in piena estate. Il fatto che la cosa fosse annunciata, niente toglie alla drammaticità di dover trovare una soluzione alloggiativa in una città in cui il problema della casa investe drammaticamente non solo i Rom e gli extracomunitari, ma tutti i cittadini che non siano in grado di misurarsi con un mercato degli affitti incompatibile con i redditi da lavoro». E' quanto ha dichiarato la vicecapogruppo di Rifondazione Comunista Anna Nocentini.secondo la quale «le resistenze di alcune famiglie a proposte di soluzioni temporanee sono, in questa logica, comprensibili e possono essere confutate solo con azioni che in ogni passaggio manifestino rispetto per le persone coinvolte, utilizzando la mediazione delle associazioni e dei cittadini che da anni lavorano positivamente nei campi e con le persone che li abitano».«Stamani mattina la polizia municipale non ha consentito loro l'accesso – ha aggiunto Anna Nocentini - fosse anche solo per una questione di mancanza di comunicazione, è una vessazione inutile e pertanto dannosa. Nonostante ciò i contatti sono andati avanti e al momento la situazione si va districando, la trattativa sta producendo frutti e forse stasera non avremo qualche decina di persone in giro per la città, senza un tetto: è necessario affrontare con duttilità le questioni che riguardano la vita delle persone, evitare irrigidimenti ancorché formalmente difendibili, consapevoli che agire politiche di accoglienza significa misurarsi con situazioni complesse che spesso non trovano soluzioni nei perimetri rigidi della legge, ma che possono essere affrontate e sostenute in una città, appunto, accogliente».«Peraltro, anche senza invocare le cause drammatiche della loro fuga dal paese d'origine devastato dalla guerra – ha concluso la vicecapogruppo di Rifondazione - si tratta in gran numero di persone che abitano a Firenze da molti anni, altre ci sono nate e non si vede come si possa disconoscere il diritto che loro hanno ad una vita dignitosa. Sull'epilogo di questa vicenda manteniamo alta la nostra attenzione, insieme con i consiglieri di quartiere e le associazioni». (fn)