Accordo finanziario Comune-BNL, De Zordo e Sgherri: «Nessuna operazione con le banche che lavorano nel campo del commercio delle armi»

«Il Comune deve attivare le operazioni finanziarie utili allo svolgimento dell'amministrazione della città con le banche che sono fuori dalla lista, pubblicata ogni anno dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, degli istituti di credito autorizzati nel 2003 dal Parlamento per l'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento». E' quanto chiedono la capogruppo di "Unaltracittà/unaltromondo" Ornella De Zordo e la capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri sottolineando come «l'amministrazione, che si autodefinisce "operatore di pace", ha invece annunciato con soddisfazione il concretizzarsi di un'operazione finanziaria dal valore di 75 milioni di euro con una delle cosiddette "banche armate" per eccellenza, Banca Nazionale del Lavoro».«108 autorizzazioni - hanno ricordato le due esponenti dell'opposizione - per 69 milioni di euro, circa il 9,65% del totale nazionale degli importi autorizzati nel 2003 dal Parlamento Italiano per l'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento. E' questa la carta d'identità della BNL, che si posiziona al quarto posto nella graduatoria stilata ogni anno dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri»Le due consigliere hanno anche annunciato che «si attiveranno subito in Consiglio comunale per denunciare il mancato rispetto della mozione del 21 gennaio 2002, che invita il Comune a non attivare rapporti con le banche che finanziano le imprese coinvolte nel settore del commercio di armi, e per proporre la predisposizione di atti formali che vincolino in maniera precisa l'impegno a non intraprendere relazioni finanziarie con le cosiddette "banche armate"».«Il vicesindaco Matulli definisce questa operazione ‘di grande significato e con il massimo dei vantaggi per il Comune - hanno aggiunto - è sorprendente perché sembra ignorare totalmente il dibattito che ormai da anni coinvolge i cittadini, la società civile organizzata, le istituzioni, sul tema dell'etica e delle "banche armate". Un dibattito che nella passata legislatura ha coinvolto proprio il consiglio comunale quando il 21 gennaio del 2002 è stata approvata la mozione che invita il Comune a non attivare rapporti con le banche che finanziano le imprese coinvolte nel settore del commercio di armi L'impegno per la pace non si può esaurire con l'invito a esporre le bandiere arcolbaleno ma si deve costruire attraverso comportamenti concreti, tra i quali l'interruzione dei rapporti con le banche armate».«Ricordiamo a Matulli, ma anche al sindaco Domenici che sta approntando la nuova giunta - hanno concluso De Zordo e Sgherri - che le operazioni autorizzate di BNL nell'import ed export di armi si concretizzano in Malesia, dove tuttora persistono detenzioni arbitrarie di oppositori politici, maltrattamenti, casi di tortura e la libertà di stampa è limitata; in India, paese in guerra con il Pakistan per il controllo del Kashimir; in Israele paese in conflitto con il popolo palestinese. La legge 185/90 che regola il commercio d'armi vieta espressamente la vendita di armamenti verso stati in conflitto e che risolvono con la forza le controversie territoriali, verso paesi la cui politica contrasti con i principi di cui all'articolo 11 della Costituzione, verso paesi i cui governi sono responsabili di violazioni di convenzioni internazionali in materia di diritti dell'uomo.Da parte nostra chiediamo al Comune di attivare le operazioni finanziarie utili allo svolgimento dell'amministrazione della città con gli istituti di credito che sono fuori dalla lista delle "banche armate", pubblicata ogni anno dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri: chiediamo cioè che le parole di pace si concretizzino in atti politici ad esse coerenti». (fn)