Amministrative 2004, interviene Sgherri (Rifondazione): «A Firenze cresciuta l'esigenza di un'altro progetto di città»

Questo il testo dell'intervento di Monica Sgherri, capogruppo di Rifondazione Comunista:«L'avvicinarsi della scadenza elettorale invita a fare un bilancio sull'attività del gruppo ossia se le ragioni dell'opposizione di sinistra portata avanti in consiglio comunale hanno trovato un più ampio consenso in città e soprattutto se queste ragioni sono ancora attuali.E' indubbio che la presentazione a candidato a sindaco di Ornella di Zordo con tre liste congiunge Rifondazione Comunista, Un'altra città, un altro mondo, il Coordinamento dei Cominati Cittadini dimostra che in Firenze è cresciuta l'esigenza di un'altro progetto di città e che si è allargato il fronte dei soggetti che contrastano gli indirizzi portati avanti e riconfermati dal sindaco per il prossimo mandato.Questa novità politica per noi è la conferma della giustezza di una lunga battaglia da sinistra in Consiglio Comunale e in città.Per quanto riguarda invece le ragioni della nostra opposizione siamo convinti che sono ancora attuali e che gli effetti drammatici si accentueranno nei prossimi anni se non viene impressa una svolta radicale al governo della città.Siamo stati contrari alle privatizzazioni dei "gioielli della città" ed i fatti ci hanno dato ragione. La centrale del Latte ha rischiato di cadere nelle mani di Tanzi, la vendita delle farmacie comunali rischia di essere annullata con grave danno economico alla prossima amministrazione. Con Publiacqua abbiamo subito il balzello esoso del canone concessorio, sono aumentate le tariffe ma non è migliorato il servizio. Quadrifoglio si appresta a costruire l'inceneritore.Solo a titolo esemplificativo ricordiamo la privatizzazione dell'aeroporto rispetto alla quale motivammo la nostra contrarietà non certo per la rilevanza sociale dell'azienda ma in quanto avrebbe comportato l'arrivo in consiglio comunale delle proteste dei cittadini per l'aumento dei voli (vedi aumento del business e quindi incompatibilità ambientale), o l'arrivo dei lavoratori perché licenziati (riduzione del costo del lavoro) e così è avvenuto. Solo dopo pochi mesi dal suo ingresso il socio privato ha annunciato un piano di ristrutturazione (vedi licenziamenti) calibrato sull'anno e sul mese più basso dei movimenti aeroportuali. Un annuncio di licenziamento alla vigilia della stagione alta. Questo tentativo è rientrato in parte solo grazie all'interessamento dei capigruppo ma in cambio i lavoratori hanno dovuto accettare che ai nuovi assunti, se ci saranno, saranno applicate condizioni diverse e peggiori di lavoro.Ma siamo alla vigilia di un giro ulteriore di boa nelle privatizzazione, e fiorentina gas è stato il battipista. Ossia, è stato modificato lo statuto della società e i poteri dell'assemblea dei soci (dove ci sono i sindaci) è stata ridotta di fatto a nulla perché tutto è stato concentrato nelle poche persone del consiglio di amministrazione.Questa la dice lunga su quale è l'effettiva volontà di far contare di più i consigli comunali affinché si riapproprino potere di indirizzo e controllo sulle aziende che gestiscono i servizi essenziali per i cittadini se nei fatti invece i rappresentanti dei Comuni vengono essi stessi estromessi dalla direzione dell'azienda.Le questioni relative al funzionamento della macchina comunale non vanno meglio: il cattivo stato delle relazioni sindacali ed il mancato rinnovo del contratto decentrato sono alcuni dei problemi più gravi denunciati dai lavoratori. A questi si aggiungono i danni per le esternalizzazioni e l'eccessivo ricorso alle forme più diverse di contratti di lavoro per le normali attività amministrative. E così anche in Comune troviamo lavoratori che a parità di mansioni hanno contratti, orari, remunerazioni e diritti profondamente diversi.Dal punto di vista delle politiche ambientali i prossimi anni saranno devastanti.Il Piano strutturale è passato in fretta e furia senza una reale possibilità di approfondimento e modifica del piano stesso. Il presupposto del Piano si basa su una falsa affermazione: il non consumare nuovo suolo. Questa affermazione è possibile solo perché non viene riportato il piano attuativo di Castello, ossia 1 milione e ottocento mila cubi di nuova costruzione.Il piano rinuncia volutamente a indirizzare o meglio stoppare le trasformazioni pesanti del tessuto sociale del centro storico: una miriade di società immobiliari stanno acquistando e ristrutturando intere palazzine (ma al di sotto dei 2000 metri quadri) da affittarsi poi ad uso turistico. La mercificazione della città sta aggredendo il tessuto residenziale e non a caso l'unica cosa che da subito potrà ripartire è un aumento consistente della ricettività alberghiera.Non si conosce ancora il destino di grandi contenitori che nei prossimi anni si libereranno e già si annuncia che si potrebbe prevedere il trasferimento della biblioteca nazionale!Tutte le scelte di trasformazione del piano si basano su due presupporti indiscutibili, le cosiddette invarianti, il sottoattraversamento dell'Alta Velocità e il sottoattraversamento collinare automobilistico, il cosiddetto tubone.Due scelte infrastrutturali, che per danno ambientale, costo e inutilità sono paragonabili davvero al faraonico Ponte sullo stretto di Messina.Questione del lavoro, partecipazione dei cittadini intesa come necessità di stabilire regole certe per l'attivazione dei cittadini alla partecipazione (superando così la condizione di "invitati"), rilancio del governo pubblico dei servizi essenziali ai cittadini, governo del territorio con politiche socialmente e ambientalmente sostenibili sono ben distanti anche dalle scelte affrettate di queste ultime sedute di consiglio comunale.Le ragioni dell'opposizione di Rifondazione Comunista sboccano in una coalizione più ampia il cui successo permetterà di segnare una svolta radicale per una nuova stagione sociale e culturale della città che riponga al centro del suo agire i bisogni, i diritti e i sogni dei cittadini».(fn)