Quartiere 4, Sport per Tutti: come rimotivare i giovani fino a trent'anni
Più di quattro giovani su dieci tra i 15 e i 29 anni, segmento critico ma fortemente rimotivabile, non praticano sport. C'è chi proprio non l'ha mai fatto, ma è solo uno su quattro. In tre invece hanno smesso, nel 35 per cento dei casi senza avere rimpianti. E' il risultato di una ricerca condotta su un campione di quasi cinquecento giovani poco meno della metà lavora, altrettanti sono studenti - che abitano nel quartiere 4 di Firenze: uno studio sull'abbandono sportivo che fa da cornice al progetto "Sport per tutti e per tutta la vita", portato avanti dallo stesso quartiere con il contributo della Regione, che invece vuol cercare nuovi modi, spazi e tempi dove esercitare l'attività motoria, sport per piccoli e grandi, per chi ha abbandonato l'attività agonistica e dovrebbe comunque mantenere un minimo di attività fisica o per i genitori che hanno figli iscritti a corsi sportivi e potrebbero frequentarli o la sera o mentre li aspettano prima di tornare a casa."Un'idea ha sottolineato l'assessore alle politiche sociali, Angelo Passaleva che parte dalla valutazione dello sport per la sua valenza anche sociale, più che agonistica. L'obiettivo è infatti quello di far diventare l'attività motoria una stile di vita, di una buona qualità di vita. Per vari progetti che partono da questa idea e sono stati portati avanti in più aree della Toscana, la Regione ha stanziato l'anno scorso oltre 271 mila euro". "Vogliamo organizzare iniziative domenicali che possano servire a riscoprire lo sport come momento di socializzazione, sana alternativa all'esodo di massa verso i centri commerciali ha aggiunto Eros Cruccolini, presidente del quartiere 4 ed anche lui presente stamani alla conferenza stampa in Palazzo Bastogi Siamo inoltre in contatto con alcune società sportive per mettere a disposizione dei genitori spazi polivalenti dove possano fare attività motoria mentre aspettano i figli durante gli allenamenti. Tutte iniziative rivolte essenzialmente a quel 46 per cento di cittadini che in genere non fanno sport". Importante, è stato sottolineato, anche il coinvolgimento dei medici di base, che dovranno stimolare all'attività fisica e "ritagliarla" a misura a seconda dei casi e dell'età.Dall'indagine statistica, che costituisce un primo momento del progetto e che è stata illustrata stamani dallo psicologo Fulvio Carbone, il calcio rimane il principale degli sport praticati (33,1%. Soprattutto tra i maschi), al secondo e terzo posto ci sono ginnastica (11,9%) e pallavolo (10,2%), poi il nuoto (6,8%) e la danza (5.9%). In crescita le arti marziali. A praticare sport con continuità sembrerebbero più i maschi (40,6%) delle donne (30,1%, di più che qualche anno fa) e in sei su dieci lo fanno più di due volte alla settimana.Tra chi ha smesso solo l' 11 su cento avrebbe comunque tanta voglia di riprendere a fare attività motoria: nel 38,9% dei casi gli stimoli sono pochi, del tutto assenti per il 13 per cento. Ripensando all'abbandono sportivo, il 34,8 per cento ritiene di aver preso la decisione giusta, il 17,1 per cento pensa che avrebbe semplicemente potuto diminuire l'impegno, il 13,8 per cento cambiare sport. Una buona motivazione (20,2%) ma soprattutto una diversa organizzazione di vita (47,4%), che rimane evidentemente l'ostacolo principale al proseguo dell'attività motoria, sarebbero per gli intervistati i due migliori motivi capaci di spingerli a riprendere l'attività. Ma anche una diversa proposta di occasioni sportive sul territorio (18,3%) potrebbe aiutare.Tra i non sportivizzati in pochi pensano all'agonismo (11,1%): in tre su dieci ritengono invece che il modo di fare sport che più si confarrebbe alla loro esigenze è quello finalizzato al mantenimento della forma fisica. Per il 38 per cento dell'intero campione la pratica motoria è invece un modo per scaricare le proprie emozioni.(seg-red)