Casa Domotica, Moustapha Dieng ospite della struttura dedicata alle persone con grave disabilità

Ferito nel 2011 in piazza Dalmazia, era ricoverato all'Unità Spinale di Careggi

Da Careggi alla Casa Domotica. Moustapha Dieng, uno dei giovanisenegalesi feriti della strage di piazza Dalmazia nel dicembre 2011, hafinalmente lasciato l’Unità spinale dell’ospedale in cui era ricoveratoquasi da due anni e da martedì si è trasferito nella Casa Domotica.
Lastruttura, inaugurata nel febbraio scorso e realizzata al piano terradi un edifico Erp in piazza Leopolda, è dedicata infatti alle personecon gravi disabilità e, grazie alla sperimentazione messa a punto conCareggi, ospita pazienti tetraplegici e paraplegici provenientidall’Unità Spinale oltre a persone con disabilità o anziane conpolipatologie in dismissione dall’ospedale per problematiche acute e nonancora in grado di tornare presso le proprie abitazioni.
“Sonocontenta che Moustapha Dieng sia ospite in una struttura fortementevoluta dal Comune di Firenze – sottolinea la vicesindaco StefaniaSaccardi – e che sta dando ottime risposte sia al territorio cheall’ospedale. Una struttura che lavora a supporto dell’Unità spinale diCareggi e non solo, accogliendo persone con problemi di nonautosufficienza permanente o momentanea che hanno necessità di un luogoidoneo prima di rientrare al proprio domicilio”.
Un risultatopositivo confermato anche dall’assessore regionale alla salute LuigiMarroni. “La struttura sta funzionamento bene. Pertanto come Regionerifinanzieremo la Casa Domotica anche il prossimo anno”.
“È motivodi grande soddisfazione professionale e umana per tutti gli operatori –aggiunge Monica Calamai Direttore Generale di Careggi –quando unpaziente è dimesso dall’Unità Spinale per proseguire un percorsoriabilitativo grazie anche a una struttura nata dalla collaborazione fraAzienda, Comune e Regione Toscana in grado di migliorare concretamentela qualità di vita delle persone con lesione midollare”.
Tornando aMoustapha, il giovane, diventato tetraplegico in seguito alle ferite,riesce a muovere braccia e le dita con le quali in grado di azionare lasedia a rotelle elettrica. È stato portato da Careggi alla Casa Domoticada un mezzo della Misericordia di Rifredi, che gestisce lo spaziogarantendo assistenza anche medica 24 ore su 24.
Moustapha alloggiain una delle due stanze attrezzate per pazienti tetraplegici, insieme alsuo assistente personale che lo segue sempre, coadiuvato da dueinfermiere che si alternano. Ha infatti bisogno di una continuaassistenza e non può mai essere lasciato solo. L’assistente e leinfermiere sono stati debitamente formati presso l’Unità Spinale diCareggi per quanto riguarda le sue specifiche necessità. E una volta la settimana viene accompagnato all'ospedale per effettuare i controlli. “Un paio dimesi fa Moustapha è venuto a vedere la struttura – spiegano dallaMisericordia di Rifredi –. Era molto timido e timoroso, anche perchéerano quasi due anni che non lasciava l’ospedale. Ma si è subito resoconto del clima sereno, dell’ambiente positivo e della professionalità eumanità degli operatori. Siamo convinti che si troverà bene”.
Unamano a Moustapha Dieng arriva anche da Scandicci. Grazie al SocialParty, un gruppo informale di 63 associazioni attive sul territorioscandiccese, sono stati raccolti fondi destinati appunto al sostegnoiniziale della degenza del giovane alla Casa Domotica. Ogni anno ilSocial Party adotta un progetto: nel 2012 è stato individuato, insiemeall’associazione Spingi la vita, accreditata presso l’Unità Spinale, ilsostegno di casi di indigenza sociale tra i pazienti lungo degenti delreparto. Il primo individuato è stato appunto quello di Dieng. Con ifondi raccolti saranno coperti i primi 40 giorni delle degenzaassistenziale (non quella sanitaria che spetta comunque al Sistemasanitario) presso la Casa Domotica.
La vicesindaco Saccardi cogliel’occasione per fare il punto sulla sperimentazione della Casa Domotica.Da febbraio le persone ospitate nella struttura sono state 53 (dati al30 settembre) di cui 22 (41,5%) inviate dall’Unità Spinale dell’Ospedaledi Careggi (si tratta di persone paraplegiche o tetraplegiche) e 31(58,5%) inviate dall’Agenzia di continuità assistenziale sempredell’Ospedale di Careggi (persone anziane dimesse da vari repartiospedalieri, ma con problematiche che rendono difficile il rientro adomicilio). Complessivamente nel periodo di apertura della Casa, igiorni di permanenza di questi ospiti sono stati 1.055 con un tasso dioccupazione medio degli 8 posti letto disponibili nella struttura parial 60,4%. La permanenza media degli ospiti è stata invece di circa 20giorni, più lunga per quelli inviati dall’Agenzia di continuitàassistenziale (22,7 giorni) e più breve per quelli inviati dall’UnitàSpinale (15,9 giorni).
Per quanto riguarda la provenienza geograficadelle persone ospitate si tratta in prevalenza di cittadini fiorentini(23 ospiti, pari al 43,4% del totale), un dato coerente con il maggiorutilizzo che della struttura è stato fatto da parte dell’Agenzia dicontinuità assistenziale, seguiti da quelli provenienti da fuori regione(16 ospiti, pari al 30,2%). In quest’ultimo caso si è trattatopressoché esclusivamente (15 casi su 16) delle persone paraplegiche otetraplegiche inviate dall’Unità Spinale: sono in genere persone nontoscane “in carico” dall’Unità Spinale dell’Ospedale di Careggi e chedevono sottoporsi a visite periodiche di controllo. Senza l’opportunitàofferta da Casa domotica queste persone sarebbero state ricoverate nelreparto, mentre con l’ingresso in struttura hanno potuto effettuare levisite in regime di day hospital, con un notevole risparmio sui costi diricovero. Le persone provenienti da comuni della provincia di Firenzesono state 8 (il 15,1% del totale), mentre quelle residenti in altreprovince della regione sono state 6 (11,3%).
Infine il dato sullapresenza di accompagnatori delle persone ospitate: la struttura sicaratterizza infatti per consentire la compresenza nella stessa stanzadi una persona di fiducia della persona ospitata (prevalentemente sitratta di parenti della stessa). Come era lecito attendersi, gli ospitiche più di altri (15 su 16 casi) hanno beneficiato di questa possibilitàsono stati quelli inviati dall’Unità Spinale perché residenti in altracittà, spesso lontana. Ovviamente la qualità dell’accoglienza delpaziente rispetto a situazioni che lo vedono ricoverato in reparto e ilparente invece in un albergo migliora decisamente. (mf)