Artigianato artistico fiorentino protagonista a Shangai all'inaugurazione del Florentia Village
Artigianato artistico fiorentino protagonista del Florentia Village a Shangai. È stato inaugurato oggi il secondo designer outlet village cinese, targato R. D. M. Florentia Village. L’amministrazione comunale era rappresentata dalla vicesindaca Cristina Giachi.
Per il taglio del nastro della nuova destinazione dello shopping di lusso a prezzi ridotti (60.000 metri quadrati con 200 negozi di brand italiani ed internazionali, tutto ispirato all'architettura classica italiana con particolare attenzione alle città di Firenze e Venezia, mete apprezzate dal nuovo turismo cinese) il gruppo R. D. M ha voluto farsi ambasciatore dell’eccellenza del prodotto italiano, portando per la prima volta nel sud del paese del dragone, quattro realtà artigianali uniche. Due orafi, il maestro orafo Paolo Penko, l’artigiano Claudio Ranfagni, le calzature su misurafirmate Stefano Bemer e borse e accessori della storica Scuola del Cuoio, sono le quattro attrazioni cento per cento made in Florence che saranno presentate da oggi fino al 25 gennaio ai visitatori del Florentia Village
«È motivo di orgoglio – ha sottolineato la vicesindaca Giachi nel suo intervento – poter vedere esposti a Shangai, una delle metropoli più avveniristiche e avanzate del mondo, oggetti che esprimono il gusto e tutta la storia della nostra terra e della nostra città. L’amministrazione punta molto sulla valorizzazione dell’artigianato artistico fiorentino di qualità».
«Firenze è da secoli città di mercanti – ha ricordato la vicesindaca – nelle sue lettere Coluccio Salutati, il cancelliere che resse le sorti della Repubblica fiorentina dal 1375 al 1406, era prodigo di elogi sulla loro utilità. Molte di esse, oggi conservate all’archivio di Stato, riguardano proprio mercanti fiorentini e le loro imprese commerciali e bancarie, dalle Baleari alle esotiche capitali dell’Oriente. Al tempo le industrie manifatturiere spesso richiedevano il sostegno della Repubblica, sollecitando provvedimenti a tutela delle loro attività. I mercanti sapevano che una lettera ufficiale di raccomandazione della Repubblica fiorentina, poteva avere un peso decisivo nella soluzione dei propri affari, anche quando erano all’estero. Qui, davanti ad un’opera che si richiama a Firenze, il ricordo di Coluccio Salutati ha un significato non retorico. Con questo ricordo vogliamo riaffermare la storia di una città che per prima la mondo ha riconosciuto che il suo patrimonio di virtù civiche dipendeva anche dalla fedeltà e dall’impegno sociale dei mercanti e degli uomini d’affari». (fn)