L'assessora Giachi: «Modificare gli stili di vita e intensificare le campagne di educazione»

Presentato in Palazzo Vecchio studio della struttura di tossicologia dell'università di Firenze sul consumo giovanile di energy drinks, tabacco e alcol

«Bisogna intervenire per modificare gli stili di vita ma la repressione da sola non basta, è necessario intensificare le campagne di educazione e sensibilizzazione». Lo ha detto l’assessora all’educazione Cristina Giachi intervenendo, questo pomeriggio nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, alla presentazione dei risultati di uno studio realizzato dalla struttura di tossicologia dell’università di Firenze, in collaborazione con il Comune e la onlus Generazione Contatti, sul consumo giovanile di energy drinks, tabacco e alcol.
Secondo la ricerca il 18% dei ragazzi fiorentini tra 13 e 15 anni ha familiarità con l'alcol, circa il 3% ne fa un consumo eccessivo, e oltre il 43% assume caffeina (in maniera elevata per il 21%). Il consumo di tabacco riguarda un giovane su quattro (i fumatori cosiddetti pesanti sono il 17%). Il 5% sono forti consumatori di caffeina e nicotina, il 2% di alcol e caffeina, il 10% di alcol e nicotina. Lo 0,5% risultano forti consumatori di alcol, caffeina e nicotina.
«Dallo studio emerge che c’è un precoce contatto con tutte le sostanze prese in esame – ha sottolineato l’assessora Giachi – chi fuma e assume alcol da giovane rischia anzitutto di diventare un malato da adulto. E tutto questo ha un costo sociale, che grava sui bilanci pubblici e limita le risorse dei servizi sanitari nazionali e locali».
«Studi scientifici come quello presentato oggi – ha aggiunto l’assessora all’educazione – sono un utile strumento conoscitivo delle varie fenomenologie di assunzione e le nuove tendenze. Emerge chiara la necessità di sviluppare un piano di sensibilizzazione dei più giovani sui pericoli, per la propria salute e per quella degli altri, in chi fa uso di queste sostanze. Una educazione che permetta di cambiare stili di vita sbagliati: il bere, a differenza dall’assumere sostanze stupefacenti, non viene percepito come problematico e pericoloso. È invece, di fondo, cultura condivisa, con valenze positive. Il che rende più difficile contrastarlo».
«Non a caso – ha concluso – ne ‘Le Chiavi della città’ abbiamo vari progetti sull’educazione stradale, ‘Vigilandia’della polizia municipale e ‘Come dirlo con uno Slogan’, realizzato insieme all’Associazione Gabriele Borgogni Onlus. Educhiamo i giovani ad una guida sicura e, quindi, a capire ad esempio come il consumo di alcol sia uno dei fattori principali negli incidenti stradali. Senza dimenticare il lavoro dell’Associazione GenerazioniContatti, attraverso la sua campagna Beviconlatesta, attiva ormai da tempo sul territorio sul tema del bere consapevole ed ha il merito di mettere al centro della propria attività gli stessi destinatari del messaggio che vuole trasmettere, cioè i giovani. Da anni siamo anche impegnati, insieme alla Fondazione Guarnieri, nella battaglia nazionale per introdurre il reato di ‘omicidio stradale’ e per inasprire le pene per chi guida sotto l’effetto di alcol e droga». (fn)