Da domani al Palagio di Parte Guelfa la conferenza programmatica degli archeologi del vicino oriente

Due giorni dedicati al patrimonio archeologico di Iraq e Siria tra rischi e prospettive

Due giorni dedicati all’archeologia del vicino oriente, e in particolar modo al patrimonio archeologico di Iraq e Siria con la presenza di specialisti che hanno lavorato sul campo e che potranno approfondire i rischi e le prospettive. Domani venerdì 16 e sabato 17 dicembre il Palagio di Parte Guelfa ospiterà la Conferenza programmatica degli archeologi del vicino oriente (CPAVO). L’evento, organizzato dal CAMNES (Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies) in collaborazione con l’Ufficio UNESCO del Comune e l'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, è stato presentato oggi a Palazzo Vecchio dall’assessore alla cooperazione internazionale Nicoletta Mantovani. Presenti anche Cristina Acidini presidente dell’Accademia Arti del Disegno di Firenze, Stefano Valentini co-direttore del CAMNES, Carlo Francini responsabile Ufficio Unesco.
Una data non scelta a caso. La conferenza infatti avverrà in occasione del 35° anniversario dell’iscrizione del centro storico di Firenze nella lista UNESCO del Patrimonio Mondiale, avvenuta il 17 dicembre 1982. CPAVO si inserisce nel percorso di attiva collaborazione tra Firenze e l’UNESCO che dal 2014 si è concretizzato in numerose iniziative tra cui spicca la firma della “Carta di Firenze” nell’ambito del Forum “Unity in diversity”. La Conferenza CPAVO fa parte inoltre della campagna UNESCO #Unite4Heritage lanciata a marzo 2015 proprio dalla direttrice Bokova per celebrare e salvaguardare il patrimonio culturale e la diversità in tutto il mondo.
“Firenze è da sempre attenta alle tematiche del patrimonio e della sua salvaguardia – ha sottolineato l’assessore Mantovani –.Nel 2015, durante il Forum Unity in Diversity, è stata sottoscritta da 80 sindaci la ‘Carta di Firenze’ che,fra le altreazioni,li impegna a sostenere le campagne UNESCO riguardanti la difesa e la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale e a favorire programmi di cooperazione internazionale volti alla sua salvaguardia. CPAVO è pertanto un ulteriore obiettivo raggiunto a seguito degli impegni sottoscritti lo scorso anno, nel convincimento che la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio siano elementifondamentali per la crescita di un paese, nonché strumenti essenziali per il dialogo fra culture, in tempi in cui questo si rende quanto mai necessario”.
“Questo evento – ha aggiunto Francini – rientra tra le diverse iniziative portate avanti da Firenze in questi ultimi anni a sostegno di #Unite4Heritage, una campagna UNESCO creata in risposta alla distruzione del patrimonio culturale. #Unite4Heritage è stata sostenuta da Firenze anche a maggio 2015, quando i siti Italiani Patrimonio Mondiale hanno listato a lutto alcuni dei loro monumenti. In questo contesto, CPAVO diviene un’ulteriore importante testimonianza dell’impegno continuo che Firenze dimostra nel sensibilizzare alle tematiche del patrimonio e della sua salvaguardia. Se questo patrimonio appartiene all’umanità intera allora dobbiamo consapevolmente pensare ed agire di conseguenza per trasmetterlo alle future generazioni”.
“A fronte delle drammatiche circostanze – ha commentato la presidente Acidini - che si sono verificate e si stanno verificando in scenari di guerra, per il patrimonio archeologico l'Italia può mettere a disposizione esperienze e specialismi nei campi del restauro e della ricostruzione, avvalendosi anche delle tecnologie più avanzate".
“L’evento è il primo del genere in Italia dopo l’avvento, nel 2011, dell’ultima crisi del Medio Oriente – ha spiegato Valentini di CAMNES – . Saranno presenti molti degli archeologi italiani attivi in quel contesto, alcuni dei quali appena rientrati dall’Iraq oltre a Marylin e Giorgio Buccellati che arriveranno a Firenze direttamente da Damasco. La giornata di apertura vedrà la presenza di Cristina Menegazzi, responsabile UNESCO dei progetti per la Siria e l’Iraq. In programma anche un insolito, quanto innovativo, workshop di confronto tra gli archeologi e i media. Saranno infatti presenti i giornalisti Bianchi del Quotidiano Nazionale, Cadalanu della Repubblica e Cremonesi del Corriere della Sera, oltre ai reporter di guerra Schiavulli e Lagattola”.
Tornando alla conferenza, i presupposti dell’iniziativa CPAVO si basano sul fatto che gli archeologi tutti, ma in modo particolare quelli attivi nel Medio Oriente, sono dei veri e propri mediatori culturali: mediatori tra le culture del passato e quelle del presente e mediatori tra la cultura occidentale e quella dei paesi che li ospitano.L’archeologia orientale oggi è una disciplina moderna, che però, alla luce dei recenti accadimenti, mostra al proprio interno delle contraddizioni, soprattutto dal punto di vista etico. Ad esempio: negli ultimi decenni gli archeologi orientali che hanno lavorato e lavorano tuttora in paesi con regimi nei quali i diritti umani sono fortemente limitati (Siria e Iraq nello specifico) hanno manifestato due diversi tipi di atteggiamento. Per un fatto di opportunità pratica, alcuni si svincolati dal contesto contemporaneo della loro attività sul campo. Ciò è accaduto in occasione del saccheggio del Museo di Baghdad nel 2003, o più di recente delle distruzioni di Nivive, Hatra, Nimrud e Palmira, per i quali l’aspetto umanitario e “politico” viene dopo gli aspetti archeologici relativi al patrimonio;
Poi ci sono gli archeologi che si possono definire “engaged” che, con i loro progetti di cooperazione e condivisione con le comunità locali, le università e i ricercatori dei paesi ospitanti, costituiscono veri e propri esempi di politiche inclusive e di archeologia pubblica.In questa categoria rientrano a pieno titolo gli archeologi italiani, vero e proprio orgoglio del nostro paese, tra i pochi a poter vantare attualmente, una presenza costante sia nell’Iraq del nord sia nell’Iraq del sud, che una “storica” tradizione di scavo in Siria, oggigiorno purtroppo considerata off-limits.Partendo da questi presupposti il CAMNES e l’Ufficio UNESCO del Comune di Firenze hanno costituito un Comitato Scientifico e Organizzatore, del quale fanno parte alcuni dei maggiori studiosi del settore, con lo scopo specifico di procedere all’organizzazione dell’evento in oggetto, nella convinzione che la comunità scientifica dagli archeologi orientali è in grado di fornire un grande contributo in materia sia di ricerca sul campo, che di prevenzione, conservazione e valorizzazione dei beni archeologici e culturali in contesti attualmente interessati da eventi bellici, quali nello specifico l’Iraq e la Siria, nei quali il Patrimonio Archeologico e Mondiale è fortemente a rischio.All’evento parteciperanno molti degli archeologi italiani afferenti a questo settore disciplinare - attivi, coinvolti o potenzialmente interessati a progetti di scavi e ricerche in Siria ed Iraq - con l’obiettivo concreto di produrre proposte e progettualità sulle aree tematiche relative a patrimonio a rischio, alle strategie locali di tutela e modelli di intervento. Ma anche alla figura dell’archeologo come fonte di informazione nei contesti di crisi e all’archeologia pubblica e comunicazione. E infine un focus sarà dedicato agli interlocutori cui è rivolto il lavoro degli archeologi. (mf)

Per info
http://camnes.it/cpavo-conferenza-programmatica-degli-archeologi-del-vicino-oriente-iraq-e-siria-il-patrimonio-archeologico-tra-rischi-e-prospettive