Alluvione, Firenze commemora le 35 vittime

Per decenni sono rimasti seppelliti nel silenzio di un archivio. Vittime che non avevano né un nome né storia, numeri oscillanti e, soprattutto, uccisi due volte: prima per colpa dell’alluvione, poi dell’amnesia generale. Questa mattina Firenze ha invece ricordato il pesante tributo di sangue che, 50 anni fa, costò la vita a 17 fiorentini in città e a 18 persone della provincia, tra le quali due bambini di 3 anni, Marina Ripari e Leonardo Sottile.
Un corteo, aperto dal Gonfalone di Firenze e dagli allievi del 59esimo corso sottufficiali carabinieri è partito poco prima delle 13 da Santa Croce ed ha portato autorità e cittadini al centro del ponte alle Grazie: da qui l’assessore all’ambiente Alessia Bettini, il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani e Franco Mariani, presidente di Firenze Promuove, hanno lanciato in Arno la corona d’alloro del Comune di Firenze in ricordo delle vittime. Con loro il presidente del Quartiere 1 Maurizio Sguanci e il cardinale arcivescovo Giuseppe Betori ed i gonfaloni di molti Comuni, oltre a quello della Regione. L'Arno è stato benedetto dal cardinal Betori, che ha letto la formula: «Fa o Signore che questa città sia preservata da ogni minaccia».
«Ringrazio anzitutto il lavoro straordinario di Franco Mariani e di Firenze Promuove per ricordare le vittime – ha sottolineato l’assessore Bettini – non c'è futuro senza memoria: quella delle vittime e quella della risposta straordinaria che tutta la città seppe dare in quelle ore terribili. Una memoria che può dare una speranza a quanti, in questi giorni, sono stati colpiti dal terremoto: di fronte ad una tragedia terribile ci si può rialzare, tutti insieme».
A ritrovare i nomi delle vittime dell’alluvione e alcune schede sulle modalità della loro morte è stato, negli anni scorsi, proprio il giornalista Franco Mariani, presidente dell’Associazione Firenze Promuove: erano nella relazione che l’allora prefetto di Firenze Manfredi De Bernart inviò, l’8 dicembre 1966, al ministro dell’Interno, dopo un interrogazione parlamentare depositata dal senatore Alessandro Lessona. (fn)