Una scultura per La Pira nel suo' quartiere dell'Isolotto
Una scultura dedicata a Giorgio La Pira e collocata nel ‘suo’ quartiere dell’Isolotto. E’ quella inaugurata questa mattina, donata alla città dai volontari dell’Operazione Mato Grosso e da Padre Ugo de Censi, fondatore del movimento, alla presenza anche del sindaco Matteo Renzi e dell’arcivescovo Giuseppe Betori.
L’opera è stata posizionata nel piazzale della chiesa Santa Maria Madre delle Grazie. Alla cerimonia di scoprimento sono intervenuti anche l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, il presidente del consiglio comunale Eugenio Giani, il vicepresidente Salvatore Scino, da sempre vicino a Mato Grosso, e la commissione pace del consiglio, con la presidente Susanna Agostani, il vicepresidente Alberto Locchi e i commissari. Presenti anche il parroco don Piero Sabatini, padre Ugo de Censi e l’artista Emanuela Rocchi, che ha ideato il bozzetto e che ha vinto il concorso internazionale per il logo del Giubileo del 2000.
L’opera, alta 110 cm e larga 130 cm con una profondità di 50 cm, pesa una tonnellata ed è stata realizzata da Fredy Cerna, Walter Salas, Rusvel Pena, tre scultori della scuola degli artigiani “Don Bosco” di Jangas, in Perù. La scuola voluta da Padre Ugo De Censi è situata sulle Ande, a oltre tremila metri d’altitudine, ed è seguita dai volontari dell’Operazione Mato Grosso, un movimento di volontariato educativo missionario che svolge un insieme di attività in America Latina (in particolare in Perù, Ecuador, Brasile e Bolivia).
La scultura, in un particolare marmo rosso peruviano, il rosso Huancayo, ha una forma sferica e riproduce da un lato il sindaco Santo e dall’altro Palazzo Vecchio. Su entrambi i lati ci sono delle rondini, come segno di concordia e pace che dovrebbero regnare tra i popoli, e un arcobaleno in vetro colorato, prodotto nella vetreria peruviana di Chacas, che simboleggia la vita e il colore da dare alla quotidianità.
“La Pira - ha detto Renzi - non è stato solo un protagonista nello scenario politico internazionale ma ha saputo anche cimentarsi con la quotidianità dell’essere un amministratore. Ne è una prova l’Isolotto, che lui, come ricordato nel suo discorso per l’inaugurazione nell’autunno 1954, disegnò come ‘non case ma città’. Quel discorso è ora nella prefazione al Piano strutturale che abbiamo adottato a dicembre scorso: seguendo l’esempio di La Pira, vogliamo anche noi non semplici agglomerati urbani ma luoghi dove le persone possano davvero sentirsi cittadini”. (edl)