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«Che senso ha un patto di sviluppo siglato tra il rappresentante di una città in declino e quello di una città fiorente? Può solo significare la resa incondizionata di Firenze agli interessi di Bologna». Così il capogruppo di Forza Italia Paolo Amato e il consigliere Enrico Bosi giudicano il protocollo di intesa firmato dal sindaco Domenici e il sindaco Cofferati.«Questo patto ha anzitutto ratificato la fine dell'aeroporto "Vespucci" hanno sottolineato i due esponenti di Forza Italia che si concretizzerà non appena entrerà in funzione, nel 2008, il treno ad alta velocità e il "Marconi" diventerà lo scalo dei fiorentini: 30 minuti invece dei 120 di Pisa e i 60, o poco più, di Siena».«Con Bologna siamo purtroppo perdenti in tutti i campi hanno aggiunto Amato e Bosi in modo particolare sul terreno della politica fieristica e culturale. Quanto alla prima ciò dipende dalle pessime scelte fatte da Firenze Fiera e da amministratori inadeguati, ma riconfermati dalla sinistra, che hanno fatto morire tante iniziative, poi riprese con successo da altre città italiane. Riguardo alla seconda è clamorosa l'incapacità di Firenze di realizzare una sinergia fra cultura e turismo: il fallimento di Firenze Mostre attesta tale incapacità».«E' anche ridicolo hanno concluso - il modo con il quale è stato firmato questo accordo che ricorda modelli ottocenteschi e di regimi dittatoriali. Si credono proiettati nella storia ma sono solo risucchiati dalla cronaca. Con la firma sul treno hanno evidentemente voluto evocare atmosfere importanti e decisioni irrevocabili. In realtà Firenze il treno dello sviluppo lo ha già perso. A noi l'unica cosa che questa sceneggiata evoca è il film "Assassinio sull'Oriente-Express": l'assassinato è l'aeroporto di Firenze e il patto Domenici-Cofferati è il sudario che ne ricopre il cadavere». (fn)