Maggio Musicale, intervengono Amato (FI) e Checcucci (AN)

Categoria
Questo il testo della dichiarazione del capogruppo di Forza Italia Paolo Amato e della consiglioera di i Gaia Checcucci, Consigliere Comunale di Alleanza Nazionale:«Il Sindaco Domenici, anche nei panni di Presidente della Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino, appare alquanto confuso. Tant'è che mercoledì, a conclusione dell'audizione della rosa di candidati alla carica di Sovrintendente, da un lato ha dichiarato di volersi prendere una pausa di riflessione e, dall'altro lato, ha fatto dire ai suoi collaboratori che sul nome di Giambrone ci potrebbe essere un accordo di massima. Il che è falso.Vista la confusione, intendiamo allora aiutare il Sindaco ribadendo alcuni principi basilari, il cui rispetto è fondamentale al fine di una seria e leale collaborazione.1) L'accordo bi-partisan – stipulato tra il centro-destra ed il centro-sinistra per salvare la Fondazione, rilanciare il Teatro, progettare un polo musicale e portare nuove risorse in città – presuppone indirizzi condivisi e una cogestione della crisi apertasi nella Fondazione a seguito della precipitosa fuga di Van Straten. Ma richiede anche di agire collegialmente con urgenza e nella consapevolezza della gravità della situazione. Per dare un solo dato allarmante, ricordiamo il preoccupante calo di spettatori del Teatro Comunale, scesi dai 183.666 del 2000 ai 150.981 del 2004!2) Il nuovo Sovrintendente deve essere caratterizzato da comprovate capacità professionali e non solo dall'appartenenza politica. Da questo punto di vista Giambrone, che è stato Assessore alla Cultura del Comune di Palermo durante la Giunta di Leoluca Orlando (maggio 1995-giugno 1999), non rappresenta certo la persona adatta. Senza contare che la sua gestione del Teatro Massimo di Palermo (dal giugno 1999 all'agosto 2002) ha rappresentato un autentico disastro. Giambrone infatti, da Sovrintendente, ha portato il Teatro Massimo (che dopo la riapertura non possedeva un debito consolidato) ad avere un buco di 13 milioni di euro, ossia di circa 26 miliardi di vecchie lire! Un record negativo, al cui confronto impallidisce anche un improbabile manager come Van Straten. Non vorremmo insomma che l'insistenza del Sindaco sul nome di Giambrone fosse dovuta a rapporti di natura politica. Visto peraltro che, nel maggio 2003, lo stesso Giambrone è stato designato dal Sindaco di Firenze nonché Presidente dell'ANCI, nella Commissione Musica del Ministero dei Beni Culturali.3) I cinque candidati alla carica di Sovrintendente, sin qui incontrati dal Presidente e Vice Presidente della Fondazione, devono essere valutati e scelti nell'ambito di un più generale riassetto organizzativo delle funzioni dirigenziali della Fondazione. Anche in vista dei futuri ed impegnativi progetti di sviluppo, che dovrebbero portare alla costruzione di un nuovo teatro e alla realizzazione del polo musicale. Unitamente alla nomina del nuovo Sovrintendente, sarebbe pertanto opportuno procedere all'individuazione delle figure professionali necessarie alla conduzione della direzione artistica, della direzione del personale, della direzione amministrativa, della direzione comunicazione e marketing, e della segreteria generale. E' importante infatti che la scelta del Sovrintendente avvenga contemporaneamente alla ridefinizione della "governance" del Teatro Comunale.4) La Direzione artistica va ripensata, ridefinita e rinnovata. Sul piano delle responsabilità e sul piano della conduzione. Attualmente non c'è un sistema di responsabilità chiare e precise. Perché a fianco di Tangucci, che svolge formalmente l'incarico di direttore artistico, c'è il consulente Mazzonis che agisce e si comporta come se fosse lui, di fatto, il vero direttore artistico. Ma a che serve il consulente artistico di un direttore artistico? La consulenza di Mazzonis, che costa al Teatro, è proprio indispensabile? E perché? E' venuto il momento di parlarne, anche per capire il vero ruolo che gioca Mazzonis. Non solo. La conduzione artistica rappresenta attualmente una variabile indipendente della gestione teatrale, la qual cosa crea non pochi problemi. Prendiamo ad esempio la recente realizzazione dello spettacolo del "Boris". Facendo una semplice valutazione di costi e ricavi, il Teatro ha avuto (e relativamente ai soli costi degli scritturati e degli allestimenti) una perdita secca di 1 milione 300 mila euro, alla quale andrebbero aggiunti i costi fissi di ogni rappresentazione. Ma, nella drammatica situazione economica in cui versa il Teatro e con i posti dei lavoratori a rischio, è opportuno mettere in piedi uno spettacolo così costoso per fare peraltro solo sei rappresentazioni? E' chiaro che la direzione artistica deve tutelare la qualità degli spettacoli e della produzione culturale, ma è altrettanto chiaro che essa non può continuare ad agire in un modo avulso dal contesto economico-finanziario del Teatro. Come ha purtroppo fatto finora, contribuendo in larga misura a determinare il pauroso deficit della Fondazione.5) Allo scopo di meglio tutelare la Fondazione, occorre infine evitare ciò che avviene nel mondo del calcio (dove i procuratori condizionano le società e ne fanno lievitare i costi di gestione) rivedendo il rapporto con gli impresari che curano gli interessi dei cantanti e degli orchestrali. Ad esempio: quanto influisce economicamente sulle tournèes il rapporto che il Teatro ha con la società monegasca di Valentin Proczynski? E questa società (la "Old e new Montecarlo") influisce per caso sulle scelte artistiche oppure no? Ed è vero o no ciò che si dice: e cioè che i cachets dei suoi artisti condizionano le stagioni dei teatri e quindi i loro bilanci? Fare chiarezza non sarebbe male. Tanto più che, a differenza delle società di calcio, la Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino impegna prevalentemente danaro pubblico.Detto questo, ci auguriamo che il Sindaco nonché Presidente della Fondazione, unitamente all'intero Consiglio di Amministrazione, colga l'occasione della nomina del nuovo Sovrintendente: per ridefinire lo staff dirigenziale che deve affiancare quest'ultimo, rinnovando uomini e metodi e dando vita ad una "governance" del Teatro; per impostare gli indispensabili progetti di rilancio e di sviluppo; e per avviare una operazione di trasparenza nella gestione della Fondazione, introducendovi criteri di sobrietà e di rigore. Criteri che non necessariamente penalizzano la qualità artistica. Anzi.Sulla vicenda della crisi della Fondazione e sul destino del Teatro Comunale, che costituisce una presenza importante della cultura a Firenze, il centro-destra ha dato e sta dando prova di grande senso di responsabilità. E' ora che anche il centro-sinistra faccia altrettanto.Paolo AmatoCapogruppo di Forza Italia in Palazzo VecchioGaia CheccucciConsigliere Comunale di Alleanza Nazionale»(fn)