Accordo per lingresso di Acea in Publiacqua, Checcucci (AN): Unoffesa allintelligenza delle persone

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«Un tatticismo neanche troppo arguto per mettere il consiglio comunale di fronte al fatto compiuto, ovvero l'acquisto da parte di Acea spa del 40% del capitale azionario di Publiacqua spa». Questo il giudizio della consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci sulla decisione di rinviare il dibattito sulla delibera che contiene gli indirizzi programmatici per la partecipata del Comune.«La maggioranza di centrosinistra ha motivato questa decisione dicendo che mancavano sei consiglieri DS – ha spiegato la consigliera di Alleanza Nazionale – eppure questo consiglio straordinario era stato fissato tempo fa proprio per discutere di questa delibera».«In realtà – ha rilevato l'esponente del centrodestra – oggi è stato annunciato ufficialmente il via libera all'accordo per il definitivo ingresso di Acea, la società per azioni di cui il Comune di Roma detiene il 51%, in Publiacqua. Un ingresso che sarebbe dovuto avvenire un anno e mezzo fa e che è stato rimandato per l'indisponibilità di Acea. Quest'ultima, di recente, ha incassato liquidità per un'operazione con Amga che riguarda gli acquedotti genovesi ad Amga, è così ha trovato i capitali necessari. Un fatto che la dice lunga sul potere contrattuale di Puliacqua. Acea viene vista come una "sorta di benefattore" ma nessuno ha spiegato e spiegherà quanto sono costate a Publiacqua questi anni di "navigazione a vista" in attesa, appunto, del "benefattore"».«Nell'accordo ufficializzato oggi, un'offesa all'intelligenza delle persone per i tempi e per i contenuti – ha sottolineato Gaia Checcucci – peraltro sono cambiate le condizioni: c'è la rinuncia, per un tempo determinato, da parte pubblica degli utili ad essa spettanti fino a 3 milioni 157.066 euro, pari al 40% della riserva straordinaria utilizzata dai Comuni per la capitalizzazione di Publiacqua. Questa rinuncia servirebbe a far pari con il fatto che i soci pubblici hanno usato quasi otto milioni di utili per capitalizzare la società, una società che ha 135 milioni di euro di debiti con le banche e che deve incassare ancora le bollette di un anno e mezzo fa. Senza poi dimenticare l'operazione del canone di concessione con la Banca nazionale del lavoro: 122 milioni di euro in cambio di 80 milioni subito che sono serviti a chiudere il bilancio del Comune lo scorso anno, a coprirne la spesa corrente ed capitalizzare Publiacqua. Ciò, evidentemente, non è bastato: si è ricorso agli utili per mettendosi in una posizione di assoluta debolezza. Con le tariffe che aumenteranno, i cittadini pagano la capitalizzazione della società».«Davanti a questa operazione – ha concluso - il consiglio di vigilanza non deve esprimere soddisfazione: in questa operazione i Comuni hanno perso soldi e la faccia». (fn)