De Zordo: No ai privati in Publiacqua spa

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No ai privati nella gestione dell'acqua, anche con quote minoritarie. E' quanto ribadirà questo pomeriggio la capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo Ornella De Zordo durante il dibattito in consiglio comunale su Publiacqua spa. La moratoria per l'aggiudicazione del 40% delle azioni di questa società ai privati è stata promossa dalla "Rete dei Movimenti della Toscana", ed è rivolta ai 49 sindaci e ai gruppi consiliari dei Comuni serviti da Publiacqua spa e ai segretari dell'Unione di Arezzo, Firenze, Pistoia e Prato. Per l'occasione Ornella De Zordo indosserà una maglietta con la scritta "Acquale costo? L'acqua è un diritto e non una merce"«Chiediamo la moratoria – ha spiegato la capogruppo di "Unaltracittà/unlatromondo" – perché è in corso di svolgimento la raccolta di firme per la legge regionale d'iniziativa popolare per la ripubblicizazione dell'acqua in Toscana. Si tratta di un vero e proprio laboratorio concreto di partecipazione e coinvolgimento democratico, che si è avvalso delle competenze di giuristi di fama e del contributo del "Contratto Mondiale dell'Acqua". Servivano 3.000 firme e ad oggi siamo già ad oltre 20.000 persone che hanno aderito alla proposta. Sarebbe assurdo in un momento come questo, in cui si esprime la partecipazione democratica su un tema delicato come l'affidamento dei servizi idrici, che i consiglieri e gli amministratori pubblici si esprimessero contro la moratoria favorendo di fatto il privato Acea. Si tratterebbe di una vera e propria forzatura democratica in quanto il buon senso e una reale cultura della partecipazione democratica dovrebbero indurre ad attendere il prossimo autunno quando il consiglio della Regione Toscana sarà chiamato a discutere in aula la legge di iniziativa popolare».Secondo Ornella De Zordo è inoltre «necessario segnalare che il bando di gara europea, all'articolo 11.2, prevede che "L'ente procedente si riserva inoltre la facoltà di non pervenire all'aggiudicazione nonché di differirne il perfezionamento della procedura senza che l'aggiudicatore possa vantare alcun diritto o avanzare pretese di indennizzo e/o risarcimento a qualunque titolo". Ciò vuol dire che, nel rispetto di tutti i processi democratici e legislativi aperti ad oggi, è possibile attendere senza danni la discussione della legge in Regione. Non esistono così scuse per non rimandare l'aggiudicazione alla multinazionale Acea del 40% delle azioni dell'acquedotto fiorentino». (fn)