Emergenza rifiuti, Checcucci e Nascosti (AN): Termovalorizzatore scelta necessaria e stop alla fusione Quadrifoglio-Sa

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Per risolvere l'emergenza rifiuti c'è una sola ricetta: realizzare il termovalorizzatore. Non hanno dubbi il consigliere provinciale di Alleanza Nazionale Nicola Nascosti e la consigliera comunale Gaia Checcucci. «Ulteriori ritardi e ripensamenti sono inammissibili – hanno aggiunto i due esponenti del centrodestra – lo dicono i dati e le previsioni economiche. Nel 2003, secondo le stime della Regione Toscana, nell'Ato 6 sono state prodotte 421mila tonnellate di rifiuti: 226mila sono state smaltite in discarica (il 40% in discariche fuori dell'Ato 6), 192mila nei cosiddetti "impianti di selezione" (il 40% finiscono nell'impianto di Publiambiente a Case Sartori) e solo 3600 sono "bruciate" nel termovalorizzatore di Selvapiana, nel Comune di Rufina».«Tra smaltimenti nel proprio ambito territoriale di riferimento e quelli fuori ATO – hanno ricordato Checcucci e nascosti – il cittadino si trova a pagare ogni anno il 20% in più di tassa sui rifiuti che va a sommarsi alle eco-tasse da pagare alla Regione. Oltre la spesa economica, poi, c'è il danno ambientale: le discariche producono numerosi agenti inquinanti tra cui la diossina non solo durante la loro attività, ma anche post-mortem, quando, in disuso, vanno gestite per oltre 30 anni con costi economici e di salute non indifferenti».«Il nostro sistema impiantistico è però insufficiente – hanno rilevato – la prima cosa da fare, quella più urgente, è che la Provincia individui il luogo dove realizzare il termovalorizzatore dell'Ato 6. Le critiche sollevate in questi giorni sono anacronistiche: il Governo ha recepito un'apposita direttiva dell'Unione europea sulle localizzazioni che aumenta le cautele e le salvaguardie per i cittadini. Senza dimenticare che una raccolta differenziata al 70% è insostenibile economicamente».Da parte sua Gaia Checcucci ha chiesto «lo stop della fusione tra Quadrifoglio e Safi». «Saranno i consigli comunali – ha aggiunto – a scegliere il modello di società che dovrà gestire il processo integrato dei rifiuti. In Safi c'è un socio privato: con la fusione tale socio rimarrà comunque senza una gara». (fn)