Entro luglio i comuni affideranno direttamente il servizio di gestione del ciclo delle acque a Publiacqua

Entro luglio tutti i consigli comunali dell'Ato fiorentina (l'ambito territoriale ottimale) dovranno approvare una delibera che porti all'affidamento diretto a Publiacqua del servizio di distribuzione gestione del ciclo delle acque.Una delibera, comune per tutti, che dovrà anche prevedere l'ingresso dei privati nella società, indicando i tempi della gara e le condizioni di accesso, nonché la percentuale di quote (di minoranza) che dovrà possedere il socio privato.Dopo la sentenza del Tar, che dato ragione a "Acquetoscane" contro l'adesione a Publiservizi da parte del Comune di Campi Bisenzio, i comuni dell'area metropolitana fiorentina ripensano le scelte sulle aziende per la gestione dei servizi.Questa mattina i primi cittadini di Firenze, Prato, Empoli, Pistoia, Scandicci, Sesto Fiorentino, Montale si sono incontrati in Palazzo Vecchio per fare il punto della situazione.Nella sentenza, il Tar della Toscana, ha ribadito che il modello di gestione del ciclo delle acque è quello previsto dall'Ato: una società per azioni a maggioranza pubblica. Il partner privato, oltre a essere scelto con una gara di evidenza pubblica, dovrà avere una partecipazione non marginale e non potrà essere solo un ente finanziario. Il Tar, pertanto, sollecita che siano direttamente i Comuni a stare in Publiacqua. Per questo le amministrazioni hanno deciso di definire in tempi brevi uno schema comune di delibera per disegnare gli assetti societari della Spa cui affidare la gestione di tutti i servizi idrici dei comuni dell'ambito territoriale della toscana centrale. Un iter già seguito dal Comune di Firenze che, nella sua delibera, ha affidato il passaggio dell'acquedotto a Publiacqua e ha prefigurato anche nei tempi l'ingresso della componente privata.