Vendita della farmacie, Tani: "Con Scandicci collaborazione, anche se Firenze ha scelto una strada diversa"

"L'amministrazione comunale fiorentina non si sente ‘sfidata' da quella di Scandicci, ma al contrario accoglie con favore la scelta della città vicina di avviare il percorso di cessione delle farmacie locali". Lo afferma l'assessore alle società partecipate Simone Tani, intervenendo sulla questione Afam alla vigilia del consiglio comunale di lunedì prossimo, in cui sarà votato lo schema di contratto di servizio e l'avvio delle procedure per la cessione di quote azionarie. "In questi mesi – spiega l'assessore – abbiamo messo a disposizione degli amici di Scandicci il nostro ‘know how' sul tema; così come ho la speranza che in prospettiva, quando sarà avvenuta la trasformazione in Spa, sia possibile qualificare ulteriormente la collaborazione già esistente fra Firenze e Scandicci. Non si può nemmeno escludere che i privati riescano in prospettiva a realizzare quel progetto di azienda di area vasta che non è riuscito ai soggetti pubblici".Tani ricorda che Firenze propone di vendere l'80% dell'azienda farmaceutica tutta insieme, mentre Scandicci ha scelto di fatto due fasi, vendendo per ora solo il 49% ed il resto eventualmente più avanti. "Noi – aggiunge l'assessore – avevamo considerato tale possibilità qualche mese fa. Uno dei motivi principali per cui non è stata selezionata, è il fatto che il parlamento è da tempo sottoposto al pressing delle lobbies dei farmacisti, che cercano in ogni modo di introdurre leggi che vietino la cessione della maggioranza delle aziende comunali. Se passasse questo disegno, progetti come quello di Scandicci verrebbero seriamente compromessi. Firenze anche in sede nazionale si batte affinchè ogni comune possa scegliere la strada che preferisce, fatta salva la garanzia del servizio ai cittadini. In parlamento vi è chi cerca di imbrigliare questa possibilità, in barba a tutti i proclami di federalismo"."L'Afam – prosegue Tani – è già oggi una azienda sana con ottime professionalità. I soggetti privati non entreranno tanto per portare più efficienza, quanto per qualificare ulteriormente i servizi offerti e permettere al Comune di svolgere il ruolo di indirizzo e controllo che istituzionalmente gli è più proprio. Il farmacista facciamolo fare ai farmacisti; il Comune faccia bene il suo ruolo fondamentale – conclude l'assessore – ed utilizzi bene le risorse introitate dalla vendita per esigenze di investimento ben più impellenti della città". (ag)