Gli amministratori dell'area fiorentina visitano i campi rom. Cioni: "Un passo importante. L'esempio da seguire è quello di San Casciano"
"La visita di questa mattina i campi rom è un fatto positivo. E' positivo che gli amministratori dell'area fiorentina abbiano visto le condizioni in cui vive questa gente, è positivo come segno di sensibilità e di sensibilizzazione. E lo sarà ancor di più se tutti seguiranno l'esempio del sindaco di San Casciano Piero Roselli, che ha accettato di accogliere nel suo comune una famiglia rom, dopo le tre già sistemate lo scorso anno e ora perfettamente integrate. E' questa la strada da seguire: se tutti facessero come lui, avremo in gran parte risolto il problema". E' il commento del vicesindaco Graziano Cioni dopo il sopralluogo di stamani ai campi Poderaccio e Masini, alla periferia ovest di Firenze, organizzato dal presidente del quartiere 4 Eros Cruccolini, al quale erano invitati i 32 sindaci dell'area metropolitana fiorentina.Con l'assessore all'immigrazione Marzia Monciatti, il capo spirituale del Poderaccio Rufat e la responsabile del campo per il Q.4 Giusy Baffè, Cioni e una ventina di amministratori degli altri Comuni hanno visitato i due campi, parlato con gli abitanti, visto le loro case. Baracche fatiscenti di fuori, ma di grande dignità all'interno, per quanto possibile vista l'umidità, la presenza di topi, le precarie condizioni igieniche, la melma che le circonda. Sono tornate ad emergere situazioni di estrema difficoltà: una madre malata di leucemia con tre bambini, un bimbo di due anni emofilico che non può essere vaccinato, altri piccoli affetti da asma, una donna anziana con una gravissima cardiopatia. "Questa gente, tutta questa gente va tolta dai campi ha detto Cioni nessuno vuole stare qui, nessuno dovrebbe starci. E' stato sbagliato investire risorse nei campi, per migliorare una condizione che non è oggettivamente migliorabile. Dobbiamo trovare soluzioni diverse, di integrazione: è un processo già cominciato e che va allargato e condiviso anche agli altri Comuni, non solo dell'area fiorentina ma di tutta la Toscana. Quello di oggi può essere un primo passo importante". Come ha ricordato l'assessore Monciatti, oggi al Poderaccio vivono circa 250 persone, ovvero 51 nuclei familiari; al Masini sono circa 200, 27 famiglie più un gruppo di uomini soli. Otto famiglie che vivevano al Poderaccio sono ospitate fuori (all'Albergo popolare e a Montedomini) dopo l'incendio delle baracche che nell'ottobre scorso costò la vita alla piccola Silvana, una bimba di cinque anni. Il 94 per cento delle persone ha il permesso di soggiorno; in quasi tutte le famiglie (circa il 95%) c'è almeno una persona che lavora. I minori sono circa il 50% del totale, i bambini che frequentano le scuole materne, elementari e medie inferiori sono 143. "Sappiamo che i cittadini sono diffidenti, sappiamo che tra questa gente non tutti rigano dritto ha detto ancora Cioni ma questo problema, per quanto difficile, va risolto. Dal '94 ad oggi abbiamo sistemato 22 famiglie, ma non può essere solo la città di Firenze a sostenere questa situazione. Come ripeto, l'esempio di San Casciano è quello da seguire. C'è voluto tempo, l'impegno delle istituzioni, l'aiuto delle associazioni, ma alla fine le famiglie rom vivono tranquillamente, la paura verso di loro è superata, gli adulti lavorano, i bambini vanno a scuola. Così come è avvenuto per il piccolo insediamento del Guarlone, qui a Firenze. La strada quindi è ormai chiara: i campi vanno chiusi. E per arrivare a questo obiettivo di civiltà faccio appello a tutti i sindaci della Toscana". (ag)