A Dada, Don Cubattoli, Silvano Campeggi, Margherita Hack e a medici senza frontiere il fiorino d'oro. A Mario Luzi e Fedora Barbieri il premio alla carriera
Fiorino d'oro speciale quest'anno. Il riconoscimento a Dada, Don Cubattoli, Silvano Campeggi, Margherita Hack."Dada è una delle poche realtà fiorentine che, nata con poche risorse ma con tante idee, è riuscita ad imporsi a livello nazionale fino a diventare uno dei protagonisti di successo dell'era di Internet" si legge nella motivazione del premio che leggerà il sindaco, Leonardo Domenici. Un fiorino dedicato all'innovazione, alla voglia di trasformare questa città.Ma Firenze non è solo economia. E' soprattutto solidarietà, impegno, volontariato. Dare il riconoscimento a medici senza frontiere, spiega Domenici, vuol dire sentirsi vicini e uniti "ai tanti volontari, anche provenienti dalla città di Firenze, che compiono gesti che il mondo quasi non vede, ma che cambiano il mondo".I fiorini a Don Cubattoli, a Silvano Campeggi e Margherita Hack si presentano da soli.Ho sempre riconosciuto in Don "Cuba", afferma il sindaco, un uomo "disponibile e attento alle necessità della comunità. Partecipe dei bisogni dei più deboli, è stato per molti giovani un esempio di semplicità, genuinità e coerenza. Con la sua ironia tutta fiorentina, priva di qualsiasi indulgenza retorica, riesce sempre a suscitare in chi lo ascolta riflessioni profonde e a trasmettere la sua grande umanità".Assegnare il fiorino a Margherita Hack, per il Comune, non è solo il riconoscimento una scienziata di fama internazionale, ma è anche salutare una delle poche donne entrate a far parte dell'Accademia dei Lincei. Una persona molto popolare per il suo modo di essere semplice, cordiale e generoso e per la difesa tenace del metodo scientifico contro le tante forme riaffioranti di superstizione e di irrazionalismo.Infine, Silvano Campeggi che con i suoi manifesti ha raccontato al grande pubblico l'Italia del dopoguerra e del boom economico.Personaggi d'eccezione per i due premi alla carriera.Nei versi di Mario Luzi, scrive il sindaco nella motivazione, ritroviamo "il valore della parola e riscopriamo il significato eterno della poesia. La sua opera induce all'amore per il libro come luogo della memoria, della fantasia e della speranza".Triestina di nascita, Fedora Barbieri ha trovato in Firenze la sua città di adozione. Qui ha cantato infinite volte in occasione di concerti al Teatro Comunale, nella Basilica di Santa Croce, nella Basilica di Santa Maria Novella, al Teatro della Pergola, nel Giardino di Boboli. E Firenze, conclude Domenici, non poteva "non ricordarla alle soglie del nuovo millennio".