Papini (Verdi): «L'università deve investire negli uomini, nella ricerca e nella didattica, non nell'edilizia»
«L'università deve investire negli uomini, nella ricerca e nella didattica, non nell'edilizia universitaria». E' quanto ha dichiarato il capogruppo dei Verdi Alessio Painii che questo pomeriggio incontrerà, con tutto il Consiglio comunale, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per l'inaugurazione dell'anno accademico.«La pesante situazione finanziaria lasciata in eredità al nuovo rettore Marinelli - ha aggiunto Papini - sconsiglia fortemente le nuove edificazioni previste a Sesto Fiorentino come il nuovo deposito delle biblioteche, lo spostamento del corso di laurea in matematica, il nuovo polo di biotecnologie. La prospettiva, indicata dal passato rettore Blasi, di bloccare le assunzioni di nuovi ricercatori, fermando il turn over è un colpo di grazia per i giovani ricercatori dell'università di Firenze che faticosamente cercano di costruirsi un futuro».Secondo il capogruppo dei Verdi «è senz'altro preferibile individuare per uso universitario i molti immobili già di proprietà pubblica o addirittura dell'università che si sono liberati o si libereranno nel centro storico: le facoltà che si sposteranno a Novoli e a Sesto, le aree giudiziarie che verranno trasferite nel nuovo palazzo di giustizia di Novoli come la corte d'appello in via Cavour, le zone militari di cui è previsto l'abbandono come la scuola dei carabinieri in piazza stazione».«I Verdi già al tempo delle prime scelte - ha sottolineato Papini - presentarono una interrogazione parlamentare sulle previsioni edilizie universitarie di Novoli paventando uno spreco di denaro pubblico, e le forti spese sostenute dall'università si sono effettivamente trasformate in un gravoso peso dopo la riforma in senso autonomistico degli atenei, tanto da arrivare alla situazione attuale in cui le spese per la ricerca, la didattica, la valorizzazione del capitale umano sono ridotte oltre ogni limite sostenibile».«I Verdi - ha concluso Papini - chiedono anche al nuovo rettore di rivedere le politiche sul numero chiuso: le fluttuazioni di bisogni del mercato del lavoro legato alle nuove moderne esigenze sono ormai tanto imprevedibili che appare improbabile sperare di prevederle e in base a ciò regolare l'accesso alle facoltà a prescindere dalla naturale propensione e interesse dello studente. Inoltre nella attuale situazione di precarietà finanziaria non sembra opportuno rinunciare a migliaia di iscrizioni di studenti paganti e motivati, visti anche gli elevatissimi incrementi delle tasse universitarie negli ultimi anni, a cui non hanno corrisposto un pari sforzo per il potenziamento della didattica». (fn)