Cigliana (Fi): «Sulle residenze per anziani a San Domenico la maggioranza un tempo monolitica comincia a disgregarsi»
«Le contraddizioni di cui da sempre soffre il composito schieramento elettorale di centro-sinistra e che fino ad oggi i consiglieri eletti in maggioranza sono riusciti a celare, anche se malamente, stanno esplodendo in modo ormai evidente di fronte alle diverse scelte amministrativo-urbanistiche di particolare rilevanza per la città». E' quanto ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia Rodolfo Cigliana a proposito di quanto successo ieri in Consiglio comunale durante il voto per la residenza sanitaria assistita a san Domenico.Secondo Cigliana «nel momento del voto in Consiglio la spaccatura interna ai DS ha trovato piena espressione nel gesto eclatante del consigliere Esposito, già aspirante assessore all'urbanistica da due legislature, obbligato invece dalla logica di partito ad adattarsi al modesto ruolo di Presidente della terza commissione consiliare».«Il consigliere Presidente Esposito - ha proseguito il capogruppo di Forza Italia - dimenticandosi improvvisamente del voto favorevole al piano regolatore, da lui consapevolmente espresso nella precedente legislatura del Sindaco Primicerio, ieri ha proclamato la sua indipendenza di pensiero, nella protesta si è schierato per la prima volta a fianco dei cittadini e quindi ha denunciato finalmente la blindatura del suo partito attorno al piano regolatore».«I Verdi - ha aggiunto Cigliana - chiedendo per la seconda volta nel giro di pochi giorni, le dimissioni dell'Assessore Biagi, e sostenendo la candidatura alternativa del consigliere Presidente Esposito, hanno di fatto ottenuto due risultati in uno: hanno confermato davanti alla città la spaccatura profonda della maggioranza ed hanno smascherato il gioco condotto alle spalle del Comune di Firenze dalla regione a maggioranza diessina».«Di fronte a questa scandalosa contraddizione politica - ha concluso Cigliana - appaiono percorribili solo due vie: la prima, che i Verdi finalmente abbiano il coraggio di uscire dalla maggioranza di sinistra di Palazzo Vecchio, passando dai proclami ai fatti concreti e liberandosi dal pesante sospetto di cercare lo scontro e la visibilità solo per le prossime necessità elettorali; la seconda, che il consigliere Presidente Esposito si dimetta almeno da Presidente della Commissione riconoscendo davanti alla città l'errore del suo voto a favore del piano regolatore dettato solo da interessi di partito. Il sit-in in Consiglio comunale rimane solo come un tardivo gesto teatrale, una tardiva denuncia delle malefatte di un solo partito: i DS». (fn)