Percorsi ebraici: ciclo di incontri culturali dal 29 ottobre al 7 dicembre

‘'La storia e la cultura di Firenze e della comunità ebraica si intrecciano da sempre, basta pensare al successo della ‘Giornata ebraica' che si è svolta poco tempo fa''. Lo ha detto l'assessore alla cultura, Simone Siliani, presentando la manifestazione ‘Percorsi ebraici con la ‘Giuntina' di Firenze, un ciclo di incontri di narrativa, saggistica, psicologia, testimonianza, musica, storia curato da Anna Benedetti. Si tratta di una manifestazione organizzata dall'assessorato alla cultura, in collaborazione con la Comunità ebraica di Firenze, e con la ‘Giuntina' che, proprio nel 2000, festeggia i venti anni con un catalogo specialistico in opere di argomento ebraico.‘'Credo sia importante – ha aggiunto Siliani – che questi incontri si svolgano proprio in questo periodo storico, quando in Italia e in molti altri Paesi sta riemergendo un preoccupante clima di intolleranza culturale antisemita''.Alla conferenza stampa sono intervenuti Anna Benedetti e Daniel Vogelmann. (dm)ALLEGATE SCHEDE E PROGRAMMAPercorsi ebraicicon la "Giuntina" di FirenzeCiclo d'incontri a cura di Anna BenedettiSe è cosa certa che l'ebraismo e la sua cultura sono stati sempre in osmosi feconda con le culture dei paesi di accoglienza, e negli ultimi due secoli in particolare l'apporto di pensatori ebrei alla cultura dell'Occidente è stata di particolare importanza, è altrettanto vero che per la maggioranza delle persone l'universo ebraico resta qualcosa di misterioso e sconosciuto, di altro da sé. Solo negli ultimi decenni è cresciuta la consapevolezza che il mondo ebraico e la sua cultura sono parte integrante della civiltà occidentale e quindi è cresciuto il desiderio di approfondirne la conoscenza.I libri che trattano dei vari aspetti della cultura ebraica e del suo intersecarsi con quella dell'Occidente si contano ormai a centinaia. A Firenze esiste tuttavia una casa editrice la cui identità e specificamente ebraica: si tratta dell'Editrice La Giuntina che proprio nel 2000 festeggia i suoi 20 anni di attività. La Giuntina è una casa editrice ebraica, non nel senso che si rivolge solo agli ebrei, al contrario, ma perché pubblica esclusivamente libri che hanno attinenza con la cultura ebraica vista nelle sue più diverse sfaccettature. Particolare attenzione è dedicata alla Shoà, e non a caso il primo titolo della collana "Schulim Vogelmann" (lui stesso sopravvissuto ad Auschwitz) e stato La notte, straziante testimonianza di Elie Weisel (Premio Nobel per la pace); ma i testi spaziano dalla storia alla filosofia, dalla musica alla letteratura, dalla Cabbalà alla psicoanalisi. La Giuntina non solo a pubblicato per prima in Italia Elie Weisel e A.B. Yehoshua, ma con la molteplicità degli aspetti dell'ebraismo che ha focalizzato con i suoi libri possiamo dire che permette al lettore di avere una panoramica esaustiva della cultura ebraica.Il ciclo d'incontri proposto vuol offrire appunto la possibilità sia a chi si affaccia per la prima volta su questo universo, sia a chi vuole approfondirne la conoscenza, di fare un "percorso" attraverso vari aspetti dell'ebraismo e vuole essere di stimolo affinché l'interscambio culturale possa essere sempre più fecondo per tutti.L'Editrice La Giuntina, nata nel 1980, si è subito specializzata in opere di argomento ebraico; pubblica mediamente 20 nuovi libri all'anno e vanta un catalogo di oltre 200 titoli. Le sue opere sono rivolte non solamente agli ebrei italiani, ma a tutti coloro che in Italia si interessano alla storia, alla cultura e alle tradizioni del popolo ebraico. Tra le iniziative di maggiore successo possiamo indicare: la pubblicazione di 6 titoli di Elie Weisel, già prima del 1986, anno in cui egli fu nominato Premio Nobel per la pace; la pubblicazione di "Anni d'infanzia" di Jona Oberski, dal quale è stato tratto il film "Jona che visse nella balena"; la distribuzione nelle librerie della Bibbia Ebraica a cura del Rav Dario Disegni, 4 volumi con testo ebraico e traduzione italiana a fronte.Nel 1995 riceve uno speciale Premio Nazionale per la Traduzione dal Ministero per i Beni Culturali ed ambientali con la seguente motivazione: "Le pubblicazioni della Casa Editrice La Giuntina di Firenze, che offre alla cultura italiana una serie di opere particolarmente significative, costituiscono un punto di riferimento primario per la conoscenza del mondo e della cultura ebraica, nelle varie definizioni e manifestazioni …"Dal 29 ottobre al 7 dicembre presso:Sala Convegni della Cassa di Risparmio di Firenze (g.c.) Via Folco Portinari, 5 FirenzeSala Vanni Piazza del Carmine, 14 Firenze29 ottobre 2000 ore 17.30 Sala della Cassa di Risparmio, via F. PortinariROBERTO G. SALVADORI: Gli ebrei di Firenze. Dalle origini ai giorni nostri (2000).Con l'Autore, Vittorio Lampronti, Dora Liscia, Giorgio Van Straten.Quest'excursus sulle vicende degli ebrei di Firenze ne tocca tutte le fasi salienti: dalle prime testimonianze della presenza ebraica nella nostra città al costituirsi, nel XV, secolo di una comunità vera e propria: ne segue le fasi alterne nel periodo del ghetto, l'integrazione nella fase dell'emancipazione e dell'uguaglianza dei diritti, il dramma delle leggi razziali e poi il periodo dell'ultima guerra in cui anche gli ebrei fiorentini furono travolti dalla persecuzione nazifascista e dalle deportazioni.Quest'excursus sulle vicende degli ebrei di Firenze, per quanto breve, ne tocca tutti gli aspetti essenzial: dalle prime presenze al costituirsi, nel XV secolo di una comunità vera e propria: dal rapporto fecondo, anche se complesso, tra Rinascimento fiorentino e cultura ebraica alla durissima esperienza del ghetto protrattasi per ducento anni e accompagnata da reiterati tentativi di portare quanti più ebrei fosse possibile alla fede religiosa della maggioranza: dalla prima, provvisoria emancipazione, frutto del riformismo leopoldino e ancor più della Rivoluzione francese, alla seconda e più stabile affermazione di libertà e di parità di diritti realizzatasi attraverso la partecipazione degli ebrei al Risorgimento: dal contributo che gli ebrei, divenuti italiani, seppero dare allo sviluppo di ogni settore della cultura fino all'imprevedibile emanazione, nel 1938, delle infami leggi razziali: dal biennio tragico del 1943-44, in cui anche gli ebrei di Firenze (tanto originari del luogo che stranieri) furono travolti dalla Shoah all'ultimo cinquantennio che vive ancora in quella memoria. Tutto ciò viene trattato in forma piana e discorsiva, ma tutt'altra che ignara della documentazione storiografica sull'argomento e dei suoi sviluppi: alle spalle c'è la lezione di rigore che ha alle sue origini l'esemplare saggio di Umberto Cassuto Gli ebrei a Firenze nell'età del Rinascimento.Roberto G. Salvadori (Firenze 1926) proviene da un'attività di ricerca e di insegnamento, orientata verso temi di storia toscana, svolta nell'Università degli studi di Siena. Tra i suoi numerosi saggi riguardanti l'ebraismo sono da ricordare Presenze ebraiche nell'aretino dal XIX al XX secolo (in collaborazione con Giorgio Sacchetti, Olschky 1990). La comunità ebraica di Pitigliano dal XVI al XX secolo (Giuntina, 1991). Gli ebrei toscani nell'età della Restaurazione (Centro Editoriale Toscano, 1993). Quattro secoli di storia ebraica a Monte San Savino (in Gli ebrei a Monte San Savino, Comune di Monte San Savino 1994), Breve storia degli ebrei toscani (Le Lettere, 1995); 1799: Gli ebrei italiani nella bufera antigiacobina (Giuntina, 1999), La notte della rivoluzione e la notte degli orvietani. Gli ebrei di Pitigliano e i moti del "Viva Maria" (Comune di Pitigliano, 1999).2 novembre 2000 ore 18.00 Sala della Cassa di Risparmio, via F. PortinariGIACOMA LIMENTANI: Scrivere dopo per scrivere prima. Riflessioni e scritti (1997).Con l'Autrice, Ottavio di Grazia,Wlodeck Goldkorn.Questo libro raccoglie una serie di scritti che spaziano tra i temi più diversi dell'ebraismo. Il filo conduttore è l'attualità dell'esperienza ebraica – che da millenni elabora la sua cultura di diversità e integrazione – per le società contemporanee che si vedono confrontate imperiosamente con i problemi della diversità delle culture e la necessità della loro integrazione.Partendo dall'assunto che si scrive sempre e comunque dopo che ciò di cui si vuole o deve scrivere è diventato esperienza, di interrogazione e quindi culturale oppure di vita, Giacoma Limentani arriva a concludere che la scrittura deve però essere anche uno "scrivere prima": un fare cioè in modo che l'esperienza che scrivendo si cerca di comunicare aiuti chi legge a guardare al domani. Il suo è un assunto ambizioso, che non decade però nella presunzione in quanto vuole obbedire all'ebraico imperativo di rifarsi ala passato per vivere il presente in funzione del futuro. Non solo per garantire omogeneità all'insieme del volume, fra scritti diversi fra loro che coprono un arco di circa trent'anni, la Limentani ha scelto soprattutto i più centrati sull'ebraismo: quello degli ebrei essendo a un tempo destino e imperativo alla diversità, l'esperienza ebraica è particolarmente attuale in una società nella quale i diversi sono sempre più numerosi e sempre meno tollerati.Giacoma Limentani narratrice, saggista e traduttrice, ha pubblicato con Adelphi, Mondadori, Stampatori, La Tartaruga, La Giuntina, Marietti, Feltrinelli, E. Elle e con le Edizioni Paoline. Vive a Roma, dove anima gruppi di studio imperniati sulla Torah e sul Midrash.16 novembre 2000 ore 18.00 Sala della Cassa di Risparmio, via F. PortinariLILIANA MILLU: Il fumo di Birkenau . (1980).Con l'Autrice, Ugo Caffaz e Piero StefaniUna delle più intense testimonianze sul Lager femminile di Auschwitz-Birkenau. Sei racconti che parlano della vita minima e disperata delle deportate: fame, lavoro pesante e umiliazione, tra la presenza ossessiva dei crematori che con il loro fumo corrompevano i giorni e le notti.Il fumo di Birkenau di Liana Millu è fra le più intense testimonianze europee sul Lager femminile di Auschwitz-Birkenau: certamente la più toccante tra le testimonianze italiane. Consta di sei racconti, che tutti si snodano intorno agli aspetti più specificamente femminili della vita minimale e disperata delle prigioniere. La loro condizione era assai peggiore di quella degli uomini, e ciò per vari motivi: la minore resistenza fisica di fronte a lavori più pesanti e umilianti di quelli inflitti agli uomini; il tormento degli affetti familiari; la presenza ossessiva dei crematori le cui ciminiere, situate nel bel mezzo del campo femminile, non eludibili, non negabili, corrompono col loro fumo empio i giorni e le notti, i momenti di tregua e di illusione, i sogni e le timide speranze.Liana Millu nata a Pisa, vive a Genova da oltre quarant'anni, giornalista, conferenziera, insegnante, scrisse Il fumo di Birkenau subito dopo il suo ritorno da Auschwitz.30 novembre 2000 ore 18.00 Sala Vanni Piazza del CarmineMARTIN BUBER: La modernità della Parola. Lettere scelte 1918-1938 (2000)Con Francesca Albertini, Gianfranco Bonola, Michele Ranchetti,Martin Buber è stato e continua ad essere un pensatore di riferimento, per la luce che emana dai suoi scritti che porta ad aprirsi ad una nuova dimensione religiosa e un nuovo modo di percepire la relazione con il mondo e con i propri simili. In questa raccolta di lettere Buber mostra la concreta possibilità di unire nel dialogo che abbraccia tutti i campi dell'esistenza, incluso quello personalissimo del rapporto con Dio, la "Parola" intesa come Bibbia e la "parola" nella sua accezione umana.Negli anni Venti e Trenta, Buber è l'interlocutore privilegiato non solo degli intellettuali tedeschi o di lingua tedesca, bensì anche di persone che, pur non occupandosi di filosofia, di teologia, di politica, di psicologia o di letteratura, vengono spinte dai suoi scritti ad aprirsi ad una nuova dimensione religiosa, ad un nuovo modo di percepire la relazione con il mondo e con i propri simili. Per tale motivo abbiamo deciso di intitolare il presente lavoro La modernità della Parola. "Parola" ha qui un duplice significato: da una parte, indica la Bibbia, l'Antico Testamento, il latte materno, per così dire, con cui Buber è cresciuto e da cui si origina il suo concetto della relazione dialogica Io-Tu, e, dall'altra, la parola come parola umana rivolta al prossimo, al re'a, in ebraico, al compagno di viaggio. Attraverso la sua vita e la sua opera, così come queste ci vengono presentate nelle lettere che qui abbiamo scelto, Buber mostra la concreta possibilità di unire queste due parole nella dimensione del dialogo che abbraccia tutti i campi dell'esistenza, incluso quello personalissimo del rapporto con Dio.Martin Buber (Vienna 1878 – Gerusalemme 1965) filosofo, narratore, traduttore, è uno dei più importanti intellettuali ebrei del Novecento.