Gianni Conti (PPI) scrive al Sindaco: «Rinuncio alla nomina nell'ente Cassa di Risparmio»

Gianni Conti, capogruppo del partito popolare, ha scritto una lettera aperta al Sindaco per comunicare la sua rinuncia alla nomina nell'ente Cassa di Rsisparmio di Firenze. (fn)Questo il testo della lettera:«LETTERA APERTA AL SINDACO DI FIRENZECaro Sindaco,scrivoti per comunicarti che dopo una lunga riflessione ho deciso di rinunciare alla prestigiosa nomina nell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Innanzitutto devo ammettere – pubblicamente – che avevi ragione quando, di fronte ad una manifesta incompatibilità con lo statuto dell'Ente cassa, mi facevi notare che sarei stato più utile alla città nell'assemblea elettiva di Palazzo Vecchio. Però, col sorriso, aggiungesti: "Va dove ti porta il cuore". Dopo di te, tanti amici e soprattutto Consiglieri Comunali della coalizione di centro sinistra, hanno esercitato una affettuosa pressione perché non lasciassi la poltroncina e la politica attiva.Ho, dunque, anteposto la bistrattata politica alla mia posizione personale. D'altro canto, caro Sindaco, solo nell'assemblea elettiva ed è ancora possibile dibattere ed impostare una azione politica per il primato e la tutela della persona umana: il lavoro, la salute, la solidarietà civile, la casa, etc.. Certo la politica non sempre offre successi, in una democrazia viva è azione difficile, ardua, tormentata, fatta anche di scontri perché è mediazione continua tra utopia e realtà, tra forze politiche di ispirazione diversa. Essa esige rigore nel perseguire i fini che non sono mai immediati, tenta di realizzare il "possibile" al più alto grado e non sempre ci riesce. Dunque, secondo me niente in questa città, è più importante e prestigioso di Palazzo vecchio, luogo deputato e consacrato alla Polis, per i problemi che affronta, per la visione complessiva della crescita ordinata della città, insomma, il più valido terreno di dibattito e di confronto con tutte le migliori energie democratiche, le categorie economiche, le associazioni culturali, il volontariato, le opposizioni democratiche etc..Concludendo, sono d'accordo con il detto popolare " Ognuno faccia il proprio mestiere".Solo così, forse, riusciremo a salvaguardare l'identità della buona politica. L'unico, piccolo, rammarico è quello di constatare che esistono delle incopatibilità che, nella realtà del Consiglio Comunale, non sussistono, né sul piano delle competenze né su quello del cosiddetto "conflitto di interessi". Pazienza.Io credo che il superamento della crisi politica potrà avvenire attraverso un cambiamento di costume, cioè in una prospettiva di rigore anche nelle scelte dei ruoli, anche con piccole rinunce: come la mia.Sono certo, comunque, che non ti sarà difficile sostituirmi nel modo migliore. Scusami per la mia umana incertezza, e grazie della stima e dell'attenzione.Gianni ContiFirenze, 23 ottobre 2000»