Il sindaco Domenici ha celebrato il 56° anniversario della Liberazione: "Voglio dedicare l'11 agosto al dovere e al diritto alla memoria e ai giovani"
"Voglio dedicare la celebrazione dell'11 agosto di quest'anno al dovere e al diritto alla memoria, ai giovani. Alla memoria intesa come fonte di libertà, come ricchezza per il futuro. Ai giovani come protagonisti del nuovo secolo". Questo uno dei passi più significativi pronunciati dal sindaco Leonardo Domenici nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, in occasione del 56° anniversario della Liberazione di Firenze. Nel suo discorso il sindaco Domenici, dopo aver ricordato la Firenze del 1944 messa in ginocchio dall'occupazione nazista e dai repubblichini di Salò, si è soffermato sulle tragedie del totalitarismo che hanno afflitto il Novecento. Ha ricordato i campi di concentramento nazisti e la Shoah, i venti anni di regime fascista in Italia. "Per questo ha detto ancora il sindaco Domenici oggi come ieri la democrazia, l'antitotalitarismo rimangono il fondamento della nostra società. Essi sono alla base della stessa idea di comunità, perché dispiegano temi come la tolleranza, la libertà di pensiero, parola e azione, il rinnovamento graduale della società attraverso il libero confronto delle idee". "Attualizzare i valori della Resistenza", su in merito a questo il sindaco Domenici ha ricordato due eventi che sono avvenuti nel corso di quest'anno: il convegno con l'ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro su "Memoria e democrazia" e la pubblicazione, edita dal Comune di Firenze, sulla strage di Castello. Per chiudere il sindaco Domenici ha citato una frase di Benedetto Croce: "Noi siamo prodotti del passato e viviamo immersi nel passato, che tutto intorno ci preme. Gli uomini che si chiudono nell'egoismo dei loro privati affetti e della privata loro vita economica, si disinteressando a quanto accaduto e accade nel vasto mondo, e non riconoscono altra storia se non quella di corto respiro dell'angusta loro cerchia".Le celebrazioni per l'11 agosto sono iniziate in piazza dell'Unità d'Italia dove il sindaco Domenici, i rappresentanti delle organizzazioni partigiane e autorità civili e militari hanno deposto corone di alloro al monumento ai caduti, dopo aver ascoltato brani di lettere di condannati a morte della Resistenza italiana. Poi la banda della Brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli ha preceduto il corteo che è giunto in Palazzo Vecchio. Dietro al Gonfalone di Firenze il sindaco Domenici, il vicesindaco Graziano Cioni, gli assessori Albini, Lastri, Ceccarelli, Biagi, Coggiola, Giani, Colonna, Bruzzesi, Siliani, il presidente del consiglio comunale Alberto Brasca con i consiglieri comunali Agostini, Caffaz, Basosi, Lo Presti, Nutini. Poi il Gonfalone della Regione Toscana con l'assessore Enrico Rossi, quello della Provincia di Firenze col vice presidente Piero Certosi e quelli dei Comuni di Scandicci, Fiesole, Bagno a Ripoli, Lastra a Signa, Sesto Fiorentino, Rufina, Pontassieve, Greve in Chianti e i labari delle associazioni partigiane. Erano presenti anche il presidente della commissione difesa della Camera Spini e il prefetto vicario Aronica e le maggiori autorità militari della città.(fd)