Commemorata la strage di Castello del 5 agosto 1944
«Esercitare la memoria per far sì che queste tragedie non abbiano più ad accadere». Sono le parole del Presidente del Consiglio comunale Alberto Brasca che questa mattina, all'Istituto Farmaceutico militare ha commemorato il 56mo anniversario dell'eccidio, da parte dei nazisti in fuga, di 12 cittadini inermi.«Aldilà dell'efferatezza e della ferocia dei nazisti - ha aggiunto Brasca - quello che sconvolge è la tragica normalità di quello che è avvenuto. Di stragi come questa i nazisti ne hanno compiute e centinaia». «E sconvolge anche - ha concluso il Presidente del Consiglio comunale - che in determinate situazioni l'uomo si trasformi e diventi come una bestia»Un corteo, preceduto dal Gonfalone del Comune, è partito alle 10 da piazza del Sodo ed è arrivato alle 10.30 al Farmaceutico. Qui è stata deposta una corona in memoria dei caduti.La ricostruzione della strage di Castello è contenuta in un volume, edito dalla Presidenza del Consiglio comunale, che pubblica integralmente il rapporto dei servizi segreti inglesi sull'eccidio. Il rapporto è stato scoperto nel 1998 da Stuard Hood, professore e giornalista inglese ed ex partigiano della brigata Lanciotto che l'ha spedito in Italia ad Alvaro Biagiotti, suo compagno nella Resistenza.L'anziano ricercatore campigiano si era rivolto ad Hood chiedendogli di verificare se negli archivi del Public Record Office di Londra esistesse qualche documentazione su un eccidio nazista avvenuto nell'agosto del 1944 a S. Piero a Ponti. Lo storico inglese rispose che non aveva trovato niente in proposito ma inviò comunque un fascicolo su un'altra strage, quella di Castello appunto, che era stata documentata da un'indagine della 78a sezione del SIB (Special Investigation Branch) nella primavera del 1945 e condotta dal Sergente T.W. Smedley.Il rapporto è molto accurato e preciso. L'episodio è ricostruito nei suoi antefatti e nel suo epilogo tramite testimonianze precise e concordanti che accreditano una versione agghiacciante: l'uccisione di 12 uomini, infatti sembra sia stata determinata dalla menzogna di un soldato tedesco che dopo essere stato ferito, probabilmente da un suo commilitone, nel corso di una colluttazione conseguente ad un tentativo di stupro verso una donna, riferì di aver subito un attacco da parte di un gruppo di partigiani. Di qui, l'irruzione improvvisa di un gruppo di soldati tedeschi negli scantinati dell'Istituto Farmaceutico Militare ove erano raccolte due o trecento persone lì convenute per sfuggire ai bombardamenti, il prelievo casuale e brutale di dieci uomini, l'assassinio con un colpo in bocca di un giovane che cercava di ostacolare questo prelievo, la fucilazione immediata nel cortile dell'Istituto. (fn)