Sgherri e Falqui (Rifondazione Comunista): «I componenti del comitato di saggi sul referendum devono essere convocati dalla commissione affari istituzionali»
«I componenti del comitato di saggi sul referendum devono essere convocati dalla commissione affari istituzionali». La richiesta è stata avanzata dalla capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri e dal consigliere Enrico Falqui secondo i quali «il Consiglio comunale deve fare un'operazione di chiarezza sull'applicabilità di questo istituto, seriamente compromessa dal giudizio di inammissibilità dei quesiti referendari, area Longinotti, piano guida per l'Alta velocità la pedonalizzazione di piazza Duomo, e fare in modo che il referendum non rimanga solo una possibilità annunciata ma non praticata».Secondo Falqui e la Sgherri «tale richiesta è motivata dal fatto che a conclusione del procedimento di valutazione di ammissibilità dei referendum risulta di fatto l'impraticabilità di questo istituto referendario sia per difetto del regolamento comunale sia per il merito delle motivazioni espresse».«Il referendum sull'area Longinotti - hanno sottolineato i due consiglieri in una lettera al Presidente della commissione affari istituzionali Massimo Pieri - è giudicato inammissibile perché atto procedimentale non definitivo mentre il quesito sul piano guida per l'Alta Velocità è considerato superato perché ormai atto definitivo». «In generale - prosegue la lettera - le altre motivazioni addotte dalla maggioranza dei saggi superano i confini stabiliti dalle norme e dal regolamento dello statuto comunale, attribuendo gli effetti di referendum abrogativo, e dall'altro entrano in contraddizione con specifiche norme del regolamento. Il contrasto inoltre pubblicamente emerso tra maggioranza e minoranza dei saggi conferma la fondatezza del nostro giudizio sul punto precedente».«Ci sembra che la commissione dei saggi non abbia esercitato pienamente il potere di proposta di modifica dei quesiti referendari - hanno concluso la sgherri e Falqui - scegliendo invece in tutti e tre i casi la strada della non ammissibilità.Poiché riteniamo che lo spirito contenuto nello statuto e nel regolamento comunale in merito all'esercizio del referendum fosse quello di ricercare soluzioni che permettano anziché negare l'utilizzo di questo strumento e poiché trattasi della prima volta che tale strumento viene applicato nella città di Firenze, osserviamo che le conclusioni di tale iter istituzionale presentano delicate e complesse conseguenze che possono arrivare a mettere in discussione la praticabilità del referendum o, in ogni caso, a creare precedenti di dubbia legittimità. (fn)