'Sedili in pietra': Una mostra in piazza Santa Croce fino al 7 maggio

Per nove giorni una delle più belle piazze di Firenze sarà lo scenario incomparabile di una mostra d'eccezione: da sabato 29 aprile a domenica 7 maggio piazza Santa Croce ospiterà i sedici sedili in pietra serena, progettati da altrettanti artisti di fama internazionale - da Pietro Cascella a Giò Pomodoro, a Venturino Venturi -, che daranno vita alla mostra "L'arte nella città - il sedile in pietra", promossa dai Comuni di Firenze e Firenzuola, oltre che dal Consorzio delle imprese della Valle del Santerno, nel quadro dell'iniziativa comunitaria Leader II.Importanti scultori di fama internazionale si sono cimentati col tema dell'arredo urbano e lo hanno fatto modellando una materia prima che oggi vede la luce a Firenzuola e che a Firenze nel Rinascimento aveva conosciuto la sua massima fortuna: quella pietra serena dei Colli Fiesolani che dall'equilibrio dell'architettura rinascimentale aveva ricevuto la sua definitiva consacrazione.Oggi la pietra serena si misura con il design, intraprende nuove esperienze artistiche non per rinnegare il suo periodo aureo, ma per rinverdire una grande tradizione e infondere nelle forme di opere contemporanee quel senso di armonia, di equilibrio e di classicità che questa materia è in grado ancor oggi di assicurare magnificamente.Questo è il senso di una mostra che si colloca a metà strada tra scultura e architettura e propone un'idea di arte non astratta e slegata dal contesto artistico della città, ma anzi capace di fare i conti con quella storia, con i materiali e le opere che la raccontano."E' la città che così si riappropria dell'arte - dice l'assessore alla cultura di Firenze, Rosa Maria Di Giorgi -, che riscopre un concetto di cultura attuale, vivo e dinamico, e che lo fa rivitalizzando quel grande passato in cui affonda le radici. Una rassegna di scultura contemporanea in una città d'arte ha un senso purché riesca a collocarsi nella continuità con lo spirito che l'ha resa famosa. Piazza Santa Croce è il contesto ideale per esaltare il dialogo a più voci tra antico e moderno in un'intrigante ma ricca commistione di messaggi".La pietra di Firenzuola, della città fortificata come avamposto a nord di Firenze alla quale fu dato un nome che ricordasse quello della città madre, ha il merito di assomigliare, per la sua grana e il colore, a quella celebre pietra serena dei colli fiesolani che fu lavorata da Donatello e impiegata in architettura da Brunelleschi, Michelangelo e Vasari. E la pietra del Santerno sta a quella dei Colli Fiesolani come l'arte contemporanea sta a quella rinascimentale. "Non è un caso - ricorda il presidente del Gruppo imprese della Valle del Santerno, Alberto Bartolomei - che l'industrializzazione del bacino di Firenzuola avvenga negli anni Cinquanta e Sessanta, quando la pietra mugellana fu impiegata nella prima grande opera contemporanea: il cimitero di guerra tedesco del Passo della Futa. Da allora la produzione di pietra serena ha conosciuto uno sviluppo sempre più intenso, arrivando ai 30mila metri cubi annui di oggi: un aumento della produzione favorito dalle moderne tecniche di estrazione e di elaborazione dei manufatti".La pietra serena è la grande risorsa economica e culturale del territorio di Firenzuola, come sottolinea il sindaco Renzo Mascherini: "Da noi dire pietra serena non significa solo parlare di industria e di economia, ma soprattutto di cultura, di tradizione e anche di ambiente. Accanto ai grandi complessi moderni, sopravvivono gli antichi scalpellini che continuano a lavorare la pietra secondo metodi tradizionali e producono pregevoli pezzi ornamentali. L'antico mestiere dello scalpellino, tramandato di generazione in generazione, sopravvive ancor oggi a Firenzuola e costituisce una risorsa importante per valorizzare il territorio in costante sintonia con la salvaguardia dell'ambiente, che resta la nostra principale ricchezza".