Il capogruppo del PPI Gianni Conti interviene sui risultati dell'ultima tornata elettorale
Intervento del capogruppo del PPI Gianni Conti:«L'ideologia è stata la grande assente di questa ultima tornata elettorale. Eppure alcune ideologie erano diventate il tessuto sociale della vita degli ultimi cinquant'anni. Al marxismo, poi, veniva affidata la speranza degli uomini e dei popoli. Ma tutti noi sappiamo che in tutti i paesi dove quella ideologia è andata al potere, è degenerata in un sistema totalitario ed oppressivo. Dunque, quando le ideologie tendevano ad impadronirsi sempre più della mente e delle coscienze dell'uomo, si sono impoverite di slancio e di idee. Anzi, molto spesso iniziava il loro tramonto. In questi ultimi anni tutte le ideologie hanno registrato un insuccesso impensabile. Basti pensare alla forza con cui si proposero nel tempo i vari nazionalismi, il liberismo, il fascismo, il comunismo. Via via però sono stati smascherati per le loro illusorie verità. Alcuni di questi movimenti si erano proposti di abbattere le ideologie, ma divennero essi stessi nuove ideologie. Ora sopravvivono consistenti sacche, ideologicamente nostalgiche del tempo che fu, però prigioniere del nuovo variegato bipolarismo. Il riflusso però ha lasciato spazio ad atteggiamenti mentali che sono l'onda lunga delle vecchie "fedi", anche i diesse tra mille contraddizioni si spogliano delle vecchie ideologie per abbracciare il pragmatismo. Nel tempo delle ideologie forti l'ateismo era il problema centrale, oggi è l'indifferenza che vince. Dunque, senza ideologie e senza utopie, rimane difficile anche ai post-comunisti dare significato alla vita. Ora hanno aspirazioni molto più modeste, comportamenti contraddittori e tra gli stessi marxisti l'etica rivoluzionaria che sorreggeva la loro vita, non trova quasi più posto. La politica si va riducendo a pura prassi. In questo nuovo clima di "buonismo" non si ricorda il passato (quello italiano di tutto rispetto), non si crea un futuro. E per questo che regna attorno a noi, in quest'epoca di transizione da una società laicista e secolarizzata, molto conformismo e rassegnazione, tutto questo porta, uno scenario politico grigio e modesto. Tanto da far dire a Mardesic: " Stiamo entrando in un periodo nettamente e tipicamente anti-eroico. Tutto è senza sapore, esaltazione, grandiosità; nella società domina l'indifferenza, la noia, il mediocre".Le questioni concernenti la vita del cittadino stanno passando lentamente ed inavvertitamente al privato, abbandonate alla libera scelta del singolo. La libertà viene esaltata sino all'arbitrio individuale, dimenticando che il vero grande problema di oggi, per noi eredi di un partito di cattolici, non è la libertà di fare quello che si vuole, ma come farne un buon uso. Tutto questo non era nel D.N.A. dei comunisti né dei democristiani. Tuttavia nessuno dei politici della passata generazione si illude che gli uomini di domani siano animati dai nostri ideali. Tutt'altro! La politica si è talmente pragmatizzata e abbassata, tanto che diviene sempre più difficile riconoscere in essa un nucleo di valori che la fondono: se un politico oggi, di qualsiasi schieramento, ripetesse le parole del Sindaco La Pira, quali "Dunque, universalità di visione; fraternità umana; fraternità ordinata come era la divina fraternità del Signore. Se una dottrina intacca questa base dell'Evangelo è anticristiana; va respinta come antiumana; è cattiva; proviene da Caino; non è in nessun modo conforme alla divina bontà di Cristo". Sicuramente sarebbe guardato con vivo stupore. Queste trasformazioni politiche e culturali stanno impoverendo gli eredi dei grandi partiti di massa, quali i diessini e popolari, oltrechè i partiti storici, come i socialisti, liberali e repubblicani.L'uscita di scena ( si spera solo governativa) di Massimo D'Alema ci rattrista. In questa lunga transizione post-comunista ha rappresentato un punto di grande riferimento per milioni di italiani che non hanno una mentalità consumistica. D'Alema era l'altra sponda contrapposta a quella ideologia liberista che pone al suo centro la libertà assoluta del singolo ed il suo benessere materiale. Troppo deboli numericamente i Popolari e i Verdi per contrastare la mentalità dominante dei mass-media, raffinati persuasori più o meno occulti dell' usa e getta", come dicono gli americani.La battaglia dei prossimi anni non sarà solo sulle riforme, ma anche sulla qualità della vita. L'esplosione del consumismo ed il moltiplicarsi delle esigenze e dei diritti dell'individuo, richiederà un blocco capace di arrestare il senso dello spendere e la ricerca della potenza che, molto spesso, si trasforma in corruzione, in violenza o in disperazione.Dunque, un po' di nostalgia per le ideologie, per l'identità dei partiti, per i valori fondati di una società che rimetta la solidarietà al primo posto. Alcune formazioni politiche possono dare ancora una risposta ai grandi problemi dell'esistenza umana. Molti disastri indeboliscono le pretese dei tecnocrati di darci una vita più felice. Peccato che D'Alema abbia richiesto il voto dei radicali. E' stata la sua unica nota stonata».(fn)