Grazzini e Pieri (FI): «Sulle Ipab l'amministrazione non ha le idee chiare e finisce per garantire una casa anche chi non se la merita»
«Sulle Ipab l'amministrazione comunale non ha le idee chiare e questo suo atteggiamento ha finito per garantire una casa anche a chi non la merita».L'accusa arriva da due consiglieri di Forza Italia, Massimo Pieri e Graziano Grazzini.Secondo Grazzini e Pieri «gli assessori Albini e Billi affermano, anche pubblicamente, che il patrimonio immobiliare degli indigenti è prevalentemente formato da abitazioni per il 70% pubbliche e per il 30% private mentre l'Opera Pia Indigenti dichiara esattamente l'opposto». «Per quale motivo - si domandano i due consiglieri - l'assessore Billi dichiara alla stampa che ci sono difficoltà ad avere la documentazione da parte degli Indigenti, quando invece il Presidente delle Opera Pia Indigenti Sannazzaro Natta ed il direttore, ascoltati in commissione controllo e vigilanza, hanno prodotto immediatamente la documentazione richiesta con allegate le varie risposte protocollate fornite dall'amministrazione comunale? E, ancora, per quale motivo il Sindaco Domenici non risponde al Comitato per le case ad uso degli Indigenti di Firenze dopo la loro lettera del 28 luglio dello scorso anno?».«Abbiamo il sospetto che qualcuno non voglia il dialogo fra le parti - hanno sottolineato Grazzini e Pieri - ma il 17 febbraio i membri della commissione controllo incontreranno i rappresentanti delle Ipab, la giunta ed i sindacati».I due consiglieri di Forza Italia «hanno perplessità» anche su due punti della mozione sulle Ipab presentata dalla commissione consiliare sanità.«In linea di massima - sostengono Grazzini e Pieri - il documento esprime concetti positivi e condivisibili come la razionalizzazione nei casi di evidente sovrapposizione di competenze che difficilmente possono essere coordinate quali i servizi sociali di Comuni, Asl, Ipab e aziende ospedaliere». «Ma l'amministrazione - hanno poi ricordato Grazzini e Pieri - non può rifiutare il dialogo ed il confronto su questioni come la probabile richiesta d'ingresso del Comune nel Consiglio di amministrazione della Ipab e la revisione del protocollo di intesa che riguarda le tariffe ed i canoni di locazione. Per quanto riguarda la prima ipotesi si auspica che la scelta cada su un tecnico del settore e non su un "amico degli amici"».«Agli attuali dirigenti dell'Opera Pia Indigenti - hanno concluso i due consiglieri - vorremmo invece suggerire di rivedere lo statuto che è in vigore dal 1885: sarebbe opportuno adeguarlo ai nostri tempi, in modo che possa rispondere alle esigenze ed ai bisogni di una società evoluta e fondamentalmente diversa». (fn)