Auguri del sindaco Leonardo Domenici alla città

Salone dei Cinquecento – 23 dicembre 1999Auguri a tutti.Il saluto di Natale alla città è sempre un momento particolare. Ci consente di guardare indietro e di guardare avanti, di pensare alle cose che abbiamo fatto ma anche alle tante, e per fortuna importanti, cose che dobbiamo fare.Firenze è una città complessa, con tante potenzialità e con un grande bisogno: quello di innovarsi.Nel recente rapporto sulla qualità della vita commissionato da un quotidiano economico nazionale all'Università la Sapienza di Roma sono ben raffigurate le luci e le ombre di Firenze. La nostra città si è presa un eccellente giudizio sulla qualità della vita. Un po' a sorpresa abbiamo tutti scoperto che siamo la città e la provincia in cui si usano di più i mezzi pubblici, che siamo la città che ha un buon livello di servizi e che dedica una buona parte delle sue energie al tempo libero e agli spettacoli e che, infine, ha un alto tenore di vita.Le ombre giungono su due temi su cui l'amministrazione ha già da tempo deciso di incentrare la sua attenzione e le sue energie. Mi riferisco al problema della sicurezza della città, al nascente disagio sociale con nuove fasce di cittadini che stentano ad integrarsi nella nostra realtà e con particolare riferimento al problema dei minori.Questa fotografia di Firenze ci consente di capire meglio quali devono essere le nostre priorità.La nostra città deve sentirsi sempre di più una realtà unita, una comunità. La vecchia città dei rioni, dei quartieri, del centro staccato dalla periferia, dell'hinterland che si sente dimenticato o composto da cittadini di serie "B", deve lasciare il posto al senso di una comunità unica, ricca in tutte le sue parti.Tradotta in scelte questa prospettiva vuol dire operare affinché Firenze diventi una città sempre più bella, sicura e vivibile.Una città che punta sulla valorizzazione del sistema dei beni culturali, sul suo rilancio come centro della formazione e della ricerca, sulla ridefinizione del sistema produttivo locale, incentrando i propri sforzi sulla qualità e sulla alta specializzazione dei servizi offerti.Una città che guarda a se stessa con la voglia di mandare in soffitta i punti di degrado attraverso un ampio piano di riqualificazione dell'ambiente urbano.Cambiare non è mai facile e il primo a doversi mettere in moto è lo stesso Comune. Il problema di Firenze, ad esempio, non è se i servizi dell'Amministrazione funzionano, ma se sono adeguati a rispondere alle esigenze di una città che sta cambiando velocemente.La nuova Firenze non nasce solo dalle grandi scelte. Occorre migliorare giorno dopo giorno, la vivibilità della nostra città. Per questo, nell'augurare buon anno ai cittadini, voglio assumermi un impegno: la sicurezza, il traffico e le nuove politiche sociali saranno sempre al centro dell'attenzione di questa amministrazione.Non partiamo da zero. A gennaio inizierà a funzionare il nuovo ufficio "Città sicura" e tra breve verranno installati in alcuni giardini, in via sperimentale, delle colonnine Sos videocontrollate per consentire una maggiore vigilanza e sicurezza dei bambini e degli anziani.Nel fare gli auguri alla città vorrei anche lanciare un appello: nel 2000 intendo chiamare a raccolta tutta la città. Vorrei che tutte le categorie economiche, sociali, le associazioni del volontariato, i singoli cittadini diventassero sempre più partecipi e protagonisti delle scelte, dell'innovazione della città.Il futuro di Firenze non lo costruisce solo il Comune. Non può e non vuole farlo. Firenze cresce solo se tutta insieme vuole svilupparsi, vuole trasformarsi. Ci sono tante cose da fare.Bene, facciamole. Ma facciamole insieme. Coprogettiamo, cogestiamo, verifichiamole tutti insieme queste cose da fare. Decidiamo come si fanno, e i tempi per realizzarle.Il mio auspicio e il mio augurio è quindi quello di lavorare per una città che discute, ma che poi agisce e sa concretizzare.Auguri a tutti.Leonardo Domenici