Il Consiglio comunale approva risoluzione su Abok Alfa Akok, giovane cristiana del Sudan che ha rischiato la lapidazione
Una risoluzione su Abok Alfa Akok, una giovane cristiana del Sudan condannata a morte per lapidazione in primo grado e successivamente a 75 frustate con l'accusa di adulterio, è stata approvata dal Consiglio comunale. Il documento, proposto dal consigliere di Forza Italia Massimo Pieri, è stato fatto proprio dalla commissione per la pace e la solidarietà internazionale presieduta da Lorenzo Marzullo.La risoluzione invita il Sindaco «a sollecitare la commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, di cui il Sudan è membro, a rafforzare il suo impegno per questo, favorendo ogni attività in grado di impedire l'applicazione della sentenza».L'assemblea di Palazzo Vecchio ha anche approvato una risoluzione, presentata da Sgherri e Falqui (Rifondazione Comunista), Rotondaro, Marzullo e Pettini (Comunisti Italiani), Barbaro e Malavolti (DS) e Papini (Verdi), sul caso di Leyla Zana, prima ed ultima donna curda eletta al Parlamento turco nel 1991, in carcere per aver pronunciato, sia in turco che in curdo, il giuramento di fedeltà alla Repubblica turca, obbligatorio per i parlamentari di questo Paese all'inizio del loro mandato.Nel luglio dello scorso anno la corte di giustizia per i diritti umani di Strasburgo ha condannato la Turchia per quel processo, considerando illegittime sia la composizione del tribunale, sia le condizioni nelle quali vi poté operare la difesa, sia, di conseguenza, la sentenza emanata.La risoluzione invita «il Governo e il Parlamento italiani a farsi promotori di interventi presso la Presidenza della Repubblica, il Governo e il Parlamento della Turchia per ottenere, da parte della Turchia, del rispetto della sentenza della corte di Strasburgo e dello Statuto del Consiglio d'Europa. (fn)Questo il testo della risoluzione:Risoluzionen. delOggetto: per salvare la vita alla giovane Abok Alfa Akok.La Commissione Pace e Solidarietà Internazionale fu proposta del Consigliere Massimo Pieri.Invita il ConsiglioA manifestare la propria indignazione per quanto sta avvenendo ad una giovane cristiana del Sudan, Abok Alfa Akok, di diciotto anni, condannata a morte per lapidazione in prima istanza e successivamente condannata a subire 75 frustate, perché colpevole secondo l'accusa di essere rimasta incinta per un rapporto extramatrimoniale, tutto ciò per effetto della legge islamica shari'a;In quanto:Questa sentenza è stata comminata nonostante il sospetto che la giovane donna abbia subito violenza; in secondo luogo la shari'a è stata applicata da un tribunale islamico alla ragazza che è cristiana e che dunque non dovrebbe essere sottoposta alla legge islamica; inoltre all'imputata non è stata data l'assistenza legale e il processo si è svolto in lingua araba, sconosciuta all'imputata a cui non è stato fornito nemmeno un servizio di traduzione;Questa sentenza, ingiusta e crudele, suscita orrore perché non tiene in considerazione alcuna il valore della vita ed i principi fondanti il rispetto dei diritti umani e civili e ripropone una concezione medievale della donna, intollerabile nel ventesimo secolo. Per salvare la vita ad Abok Alfa Akok è necessario mobilitare in tutto il mondo individui, associazioni, organi di stampa, governo.Considerato che in Sudan, nel disinteresse della comunità mondiale, si stà consumando una immane tragedia, una guerra religiosa tra il nord arabo-musulmano ed il sud cristiano-animista, iniziata prima degli anni settanta e ripresa dopo una tregua nel 1983 che, secondo il rapporto annuale 2001 di Amnesty International, alla fine del 2000 è costata la vita a quasi 2 milioni di persone e che è stata la causa dello sfollamento forzato di oltre 4.500.000 persone;Per questi motivi:invita il Sindaco a sollecitare la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, di cui il Sudan è membro, a rafforzare il suo impegno per il caso Abok Alfa Akok, favorendo ogni attività in grado di impedire l'applicazione della sentenza.invita il Sindaco a richiedere all'ONU un impegno per attivare una vera e propria campagna internazionale che faccia luce sulla situazione sudanese.invita il Sindaco a trasmettere con urgenza il presente atto agli organi competenti al fine di dare concreta attuazione alle iniziative auspicate.Il Presidente(Lorenzo Marzullo)Questo il testo della risoluzione:Tipologia RISOLUZIONESoggetto Proponente : M. Sgherri, E.Falqui, L.Marzullo, L.Pettini, N.Rotondaro, G.Malavolti, A. Barbaro, A.Papini.Oggetto Caso Leyla Zana: affichè la Turchia rispetti a sentenza della Corte di Strasburgo e dello Statuto del Consiglio d'Europaconsiderato che: sono sette anni che l'Onorevole Leyla Zana, prima ed ultima donna curda eletta al Parlamento turco nel 1991, è in carcere per reati di opinione e cioè per aver pronunciato, sia in turco che in curdo, lingua allora proibita dalla Costituzione della Turchia, con alcuni colleghi del suo stesso partito, all'atto del giuramento di fedeltà alla Repubblica Turca, obbligatorio per i parlamentari di questo Paese all'inizio del loro mandato, le seguenti parole: "sono stata obbligata ad adempiere alla formalità richiesta, io lotto per la fraterna convivenza del popolo curdo e del popolo turco in un quadro democratico" e per aver successivamente denunciato, in un viaggio con altri membri del Parlamento della Turchia in Europa e negli Stati Uniti d'America, la violazione dei diritti umani in Turchia a danno del popolo curdo; per questi fatti Leyla Zana e i suoi colleghi furono accusati di alto tradimento e di separatismo; al processo, nel dicembre del 1994, la procura chiese per essi la pena di morte; il tribunale nell'ultima udienza (la stessa in cui fu pronunciata la sentenza) modificòl'imputazione in quella di "appartenenza a banda armata", accusando arbitrariamente Leyla Zana di appartenenza al PKK, senza permettere agli avvocati difensori nessuna difesa e tantomeno la convocazione dei testi d'accusa; la condanna fu a quindici anni di carcere;considerato inoltre:che il Parlamento Europeo ha insignito Leyla Zana nel dicembre del 1996 del Premio Zakharov per la sua lotta a difesa dei diritti umani che a luglio di quest'anno a Strasburgo la Corte di Giustizia per i Diritti Umani, espressione del Consiglio d'Europa, del quale la Turchia fa parte, ha condannato la Turchia per quel processo, considerando illegittime sia la composizione del tribunale (per la presenza nella Corte di membri designati dall'esecutivo e dall'esercito, lesiva della sua indipendenza ed imparzialità), sia le condizioni nelle quali vi poté operare la difesa, sia, di conseguenza, la condanna emanata non solo dunque condannando la Turchia al pagamento dei danni alle vittime di quel processo ma anche a ripristinare nella misura del possibile, secondo lo Statuto del Consiglio d'Europa, le condizioni nelle quali esse erano, cioè a procedere alla loro liberazioneconsiderato infine: che la Turchia ad oggi si è limitata al pagamento dei danni ma non sta prendendo in considerazione alcuna misura tesa, in una forma o nell'altra, alla liberazione di Leyla Zana e dei suoi colleghi che per questa ragione il caso di Leyla Zana e dei suoi colleghi continua ad essere oggetto di attenzione e di interventi sulla Turchia da parte della Corte di Strasburgoimpegna il Sindaco e il Presidente del Consiglio COmunale: a invitare il Governo e il Parlamento italiani a farsi promotori di interventi presso la Presidenza della Repubblica, il Governo e il Parlamento della Turchia finalizzati all'ottenimento da parte della Turchia del rispetto della sentenza della Corte di Strasburgo e dello Statuto del Consiglio d'Europa a proposito caso di Leyla Zana e dei suoi colleghia direttamente dare conto di quest'ordine del giorno alla Presidenza della Repubblica, al Governo e al Parlamento della Turchia.M.Sgherri E.Falqui L.Marzullo L.PettiniN.Rotondaro, A. Barbaro, G.Malavolti, A.Papini