Papini (Verdi): «No agli aumenti dell'aliquota contributiva per i lavoratori "parasubordinati"»

Il Sindaco Domenici si faccia promotore di una iniziativa per far sopprime l'aumento dell'aliquota contributiva per i lavoratori "parasubordinati", prevista dalla legge finanziaria. O, in caso contrario, per far sì che questi nuovi introiti siano utilizzati per migliorare tutele quali maternità, malattia, formazione continua di questa categoria di lavoratori.Lo chiede, in una risoluzione, il capogruppo dei Verdi Alessio Papini.«Tale tipologia contrattuale - scrive Papini - è particolarmente svantaggiosa per il lavoratore in quanto l'aliquota contributiva non permette quasi in nessun caso neppure il raggiungimento dei requisiti per l'assegno di pensionamento al minimo, oltre a non prevedere tutele quali la maternità, l'indennità di disoccupazione, la tutela sanitaria, in alcuni casi neppure la tutela infortunistica, la formazione continua, la presenza di contrattazione nazionale collettiva e quindi di minimi salariali, scatti di anzianità, riconoscimento di qualifiche professionali»«I proventi dell'innalzamento dell'aliquota contributiva dal 13% al 16,9% - si sottolinea nella risoluzione - andranno a copertura del provvedimento di decontribuzione dal 3% al 5% per i nuovi assunti nelle imprese del Sud e quindi saranno del tutto sottratti ai lavoratori parasubordinati per avvantaggiare in modo esclusivo le imprese».«Questi lavoratori, inoltre - osserva il capogruppo dei Verdi - appartengono generalmente a categorie socialmente non elevate, con una retribuzione media calcolata da alcune organizzazioni sindacali in 24 milioni di lire lorde condizione che, unita alla precarietà, rende già oggi praticamente impossibile mantenere una famiglia o accendere un mutuo per comprarsi un'abitazione e l'innalzamento di 4 punti percentuali dell'aliquota senza alcun vantaggio per la categoria spingerà molti di questi lavoratori a passare o a tornare a rapporti di lavoro a nero». (fn)Questo il testo della risoluzione:Soggetto proponente: Alessio Papini (Verdi)Tipologia: RisoluzioneOggetto: A difesa dei lavoratori a collaborazione coordinata e continuativa (parasubordinati)Considerato che la tipologia di contratto definita di "collaborazione coordinata e continuativa" costituisce una modalità di assunzione sempre più frequente, in gran parte di giovani alla prima occupazione, o comunque anche di persone di età più avanzata come espulsi da altre occupazioni, ex casalinghe, emersi dal nero (con particolare riferimento al Sud);Considerato che tale tipologia contrattuale è particolarmente svantaggiosa per il lavoratore, denominato anche "lavoratore parasubordinato", in quanto l'aliquota contributiva non permette quasi in nessun caso neppure il raggiungimento dei requisiti per l'assegno di pensionamento al minimo, oltre a non prevedere tutele quali la maternità, l'indennità di disoccupazione, la tutela sanitaria (in alcuni casi neppure la tutela infortunistica), la formazione continua, la presenza di contrattazione nazionale collettiva e quindi di minimi salariali, scatti di anzianità, riconoscimento di qualifiche professionali;Considerato che il Collegato alla Finanziaria recante "Delega al Governo in materia previdenziale ....", attualmente in corso di esame alla Camera dei Deputati, A. C. 2145, prevede l'innalzamentodell'aliquota contributiva, per i lavoratori parasubordinati, dal 13% al 16,9%, e che i proventi ditale incremento sono previsti andare a copertura del provvedimento di decontribuzione dal 3% al 5% per i nuovi assunti nelle imprese del Sud, e quindi è del tutto sottratto ai lavoratori parasubordinati per avvantaggiare in modo esclusivo le imprese;Considerato che l'aliquota contributiva dovrebbe essere a carico per i 2/3 del datore di lavoro e perun 1/3 del lavoratore, ma che in assenza di riferimenti contrattuali e di minimi sindacali spesso è di fatto il lavoratore ad accollarsi per intero il versamento dei contributi ( ad esempio per gli assegni di ricerca dell'Università viene stanziata una cifra fissa e quindi il 3,9% in più va interamente a scomputo sullo stipendio del ricercatore);Considerato che questo tipo di lavoratori appartengono generalmente a categorie socialmente non elevate, con una retribuzione media calcolata da alcune organizzazioni sindacali in 24,5 milioni di lire lorde, condizione che unita alla precarietà rende già oggi praticamente impossibile mantenere una famiglia o accendere un mutuo per comprarsi un'abitazione;Considerato il rischio che l'approvazione dell'innalzamento di 4 punti percentuali dell'aliquota senza alcun vantaggio per la categoria spinga molti di questi lavoratori a passare o a tornare a rapporti di lavoro a nero;SI INVITA IL SINDACOad esprimere in tutte le sedi istituzionali contrarietà a tale provvedimento proponendone la soppressione;l'utilizzo degli introiti dovuti all'eventuale innalzamento dell'aliquota per migliorare tutele quali maternità, malattia, formazione continua ai lavoratori parasubordinati.