Checcucci (AN): «Raccolta differenziata senza mercato di riferimento»

Non si può puntare sulla raccolta differenziata dei rifiuti senza avere un mercato di riferimento. E' quanto ha dichiarato la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci a proposito del piano provinciale di smaltimento rifiuti.«Secondo questo piano e secondo i propositi dell'amministrazione comunale - ha spiegato la consigliera - la raccolta differenziata sarà portata al 45%, puntando sul compost di qualità con la conseguente previsione di tre nuovi impianti di compostaggio per una spesa di 15 miliardi di lire. A parte la localizzazione degli impianti, che viene fatta senza criterio, ciò avrebbe un senso se a fronte del compost raccolto vi fosse un mercato di riferimento».«Gli studi scientifici - ha aggiunto la consigliera di AN - indicano che per una corretta economica ed ecologica gestione del rifiuto, il riciclaggio non deve superare il 18% mentre almeno il 50% deve essere termovalorizzato. Ma le amministrazioni preferiscono fare a meno delle scienza ed usando invece la fantasia, credendo che si possa imporre al mercato qualcosa che, come dimostrato, mercato non ha. La conseguenza sarà che si produrrà un rifiuto con un trattamento più sofisticato, quindi molto più costoso, senza avere un riscontro di mercato e che facilmente finirà poi nelle discariche».Quanto alla riduzione dei rifiuti, la Checcucci ritiene che «la prevista riduzione del 5% entro il 2003 è eccessivamente ottimistica a fronte dei dati che parlano di una raccolta aumentata del 4% nel 1999».«Le presunte scelte strategiche - ha poi rilevato la consigliera di centrodestra - ci sono costate fino ad oggi ben oltre 100 miliardi di lire soprattutto a causa del macroscopico errore di "ingegneria" rappresentato dal gassificatore di Testi. Non contenti il gassificatore viene riproposto anche nel nuovo piano. A fronte di ciò e dell'oggettiva inadeguatezza di Safi e Quadrifoglio nel gestire il servizio smaltimento rifiuti, e la sporcizia a Firenze lo dimostra, è assolutamente fondamentale che vengano coinvolti uno o più privati che sappiano davvero gestire questo servizio. Se poi Safi e Quadrifoglio si andranno a fondere e rimarranno al cento per cento pubbliche non solo la situazione andrà a peggiorare ma aumenteranno anche le tariffe».«Il piano provinciale di gestione dei rifiuti - ha poi concluso la Checcucci - è comunque una dichiarazione di intenti. Senza l'allegato piano industriale che dovrà individuare il dimensionamento e le modalità degli impianti sotto l'aspetto tecnologico, gli investimenti necessari, i finanziamenti, gli assetti societari, i costi, in definitiva entrare realmente nel merito delle problematiche e della loro soluzione, è un po' come dover valutare la cornice di un quadro con la sola descrizione della tela da parte del pittore. Da qui la necessità di una seria discussione e conseguente valutazione quando ci sarà il piano industriale». (fn)