Relazione dell'assessore ai lavori pubblici Paolo Coggiola sul "Piano Provinciale di gestione dei rifiuti urbani" al consiglio comunale del 23 luglio 2001
Relazione dell'assessore ai lavori pubblici Paolo Coggiola sul "Piano Provinciale di gestione dei rifiuti urbani" al consiglio comunale del 23 luglio 2001Signor Presidente,Signore e Signori Consiglieri,Con questo dibattito sul "Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti urbani ed assimilati" si affronta uno dei tre punti dell'ordine del giorno che il Consiglio del 13/3/2000 approvò dopo il dibattito sulla mia relazione riguardante gli intendimenti di quest'amministrazione per il riordino del servizio idrico integrato, della raccolta e smaltimento dei rifiuti, della distribuzione del gas.In particolare quell'ordine del giorno si concludeva con tre indirizzi specifici e più precisamente:"
.1) ad impegnarsi per meglio formulare l'entità della presenza del Comune di Firenze nella società Publiacqua proseguendo nella tutela delle attese e delle esigenze dei Comuni minori a gestione diretta;2) a farsi parte dinamica, con i soci privati di Fiorentinagas per la costituzione di una società d'area vasta per l'erogazione del gas, l'ampliamento della gamma dei servizi offerti, con particolare attenzione al settore dell'energia;3) a completare la fase di trasformazione in SpA del Quadrifoglio per una successiva fusione con la partecipata SAFI in vista del processo di costituzione di una società d'area vasta aperta ai privati."Solo per aggiornamento al Consiglio, circa l'attuazione degli indirizzi dati all'Amministrazione, comunico ufficialmente l'avvio dal primo luglio scorso della gestione transitoria del servizio idrico integrato da parte di Publiacqua di Firenze, dell'area Consiag, dell'ASP e d'altri Comuni minori a gestione diretta.Tutto ciò, nell'attesa dell'affidamento del servizio idrico integrato da parte dell'ATO Medio Valdarno, che avverrà sulla base degli adempimenti previsti circa la riconformazione dell'assetto societario di Publiacqua e delle modalità d'apertura alla componente privata così come concordato tra i Comuni in sede di Conferenza dei Servizi e che ha licenziato uno schema d'accordo di programma già in corso di sottoscrizione.Parimenti, per quanto riguarda il secondo punto d'indirizzo, il Consiglio ha avuto modo di apprezzare, sulla base delle relazioni e delle risposte del collega Tani a diverse interrogazioni, l'impegno dell'Amministrazione "a farsi parte dinamica, con i soci privati di Fiorentinagas", ma voglio far osservare che, sebbene gli sforzi congiunti del Sindaco, dell'assessore Tani e del sottoscritto non possiamo registrare altrettanta dinamicità del socio privato anche se dobbiamo registrare consistenti passi in avanti circa la volontà di diversificare ed ampliare la gamma dei servizi offerti dall'Azienda.Infine, per il terzo punto e che riguarda da vicino l'argomento di oggi, il Quadrifoglio è una SpA operante dal 1/7/2000 ed il protocollo d'intesa sottoscritto il 10/7 u.s. dai 13 Sindaci dei Comuni soci di Quadrifoglio S.p.A. e SAFI S.p.A, apre la strada e fissa termini temporali precisi per una fusione delle due aziende.Consigliere e Consiglieri, voglio proprio partire da qui per entrare nel merito dell'argomento odierno perché è chiaro che, senza quest'intesa tra il 79% dei Comuni dell'ATO n.6 di cui Firenze da sola è il 44%, non ci sarebbe alcun Piano Provinciale.Ed aggiungo, con legittimo orgoglio, che senza la tenace azione dell'Amministrazione Fiorentina, congiunta con quella dell'Amministrazione Provinciale, quest'intesa non ci sarebbe stata e dunque, non ci sarebbe stato nessun piano e conseguentemente nessuna strategia e di occupazione fisica di territorio, che finanziari.Si può essere d'accordo oppure no, ma il piano adottato delinea una strategia che nel rispetto delle leggi e della massima trasparenza degli atti decisionali da compiere e del processo d'attuazione, deve giungere rapidamente alla conclusione del suo iter approvato.Qualsiasi azione tendente ad allungare i tempi potrebbe avere pesanti conseguenze come ognuno ha potuto verificare nei giorni dell'emergenza rifiuti in Campania e, come molti ricorderanno, come accadde a Firenze negli anni 1987-92, in cui non si disponeva della discarica di Case Passerini e con una quantità di rifiuti di circa 600 t. al giorno, ben inferiore a quell'attuale che è di 800 t.. al giorno.Per il Comune di Firenze, ma in generale per tutti, la spesa per i servizi di raccolta, smaltimento ed igiene urbana rappresenta la terza voce d'uscita del bilancio corrente, subito dopo gli oneri finanziari e molto prima di importanti spese di carattere sociale.Dunque occorre intervenire in ogni punto e fase dell'intero processo per cercare di contenere se non abbattere il relativo costo e comunque migliorarne la produttività.Si afferma che il Piano Provinciale sceglie la strada della termovalorizzazione per non perseguire la riduzione, la raccolta differenziata, il recupero ed il riciclaggio.Non è vero!Il Piano propone un sistema complessivo per la riduzione programmata dei rifiuti del 5% entro il 2007, per il recupero, il riuso ed il riciclaggio incrementando la raccolta differenziata fino al 50% entro il 2007 ed infine per lo smaltimento, conformemente all'art.4 del cosiddetto decreto Ronchi, favorendo l'utilizzazione dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energia.Peraltro voglio ricordare che quel decreto è stato a suo tempo approvato anche da chi oggi non è parte del centrosinistra e cavalca strumentalmente la protesta.Il Piano propone un sistema che tenda all'autosufficienza dell'ATO n.6 per lo smaltimento secondo quanto previsto dal decreto Ronchi che si basa su due principi fondamentali: ogni territorio deve smaltire al suo interno i propri rifiuti; ognuno deve pagare il costo in relazione alle quantità prodotte.Basta fare per un momento mente locale sulla densità di popolazione, non dico del nostro Comune, dell'intero ATO n.6 (la Provincia meno il circondario dell'Empolese) per rendersi conto che perseguire la politica delle discariche non è più possibile anche in termini fisici oltrechè economici tenuto conto della cosiddetta "ecotassa" per il conferimento in discarica extraterritorio di produzione del rifiuto.E per fare un riferimento specifico si deve sapere che ogni giorno si raccolgono solo nell'area Quadrifoglio 1075t, di cui solo 818t a Firenze tanto che, sebbene si ricorra anche ad altre discariche per 418 t., abbiamo una autonomia a Case Passerini ancora per 3-4 anni ancora.Questo tempo dobbiamo spenderlo per cambiare radicalmente sistema di gestione!Chiunque passi davanti alla discarica di Case Passerini si rende conto dell'impossibilità a proseguire in una pratica così irrazionale: sarebbe come se ognuno di noi nascondesse i propri rifiuti sotto il tappeto.Una pratica costosa ed inefficiente ed ambientalmente insostenibile dal punto di vista del risparmio di territorio visto che, per esempio, per raccogliere il percolato delle nostre discariche esaurite (Certaldo ecc.) ed inviarlo a depurazione spendiamo circa cinque md. l'anno al netto dei ricavi dal biogas prodotto e non c'è barba di esperto che ci sappia dire per quanti anni ancora.Per tutto ciò i tredici sindaci sono concordi con la filosofia generale e gli obiettivi del Piano nuovamente adottato dalla Provincia perché: supera "l'attuale modalità di smaltimento in discarica che comportano costi crescenti sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale in relazione alla dimensione territoriale dell'Ambito, nonché in relazione agli alti costi di mantenimento delle discariche esaurite; delinea un sistema complessivo tendente alla riduzione dei rifiuti nonché al recupero, riuso, riciclaggio e smaltimento di cui le moderne ed affidabili tecnologie di termovalorizzazione sono un aspetto determinante."Non solo ma nell'essere d'accordo sull'impostazione generale del Piano con quel protocollo d'intesa che, ripeto, rappresenta il 79% dell'intero ATO n.6, si delineano le osservazioni comuni al Piano e che poi le singole Amministrazioni hanno più dettagliato con atti propri.Sinteticamente, preso atto dell'attuale sistema impiantistico fondato sulle "piattaforme industriali di Case Passerini e di Testi /Le Sibille" si è concordato di proporre alla Provincia: "un sistema d'impianti di compostaggio; un sistema di impianti di selezione e di produzione CDR; un sistema di due impianti di cogenerazione e produzione d'energia fondato sui due poli della zona industriale dell'Osmannoro e di Testi e con potenzialità coerenti con gli obiettivi del Piano Provinciale e secondo il Piano Industriale che sarà elaborato dall'Autorità d'Ambito n.6 in relazione ad una attenta valutazione d'impatto ambientale, sanitario e sociale, unitamente ad interventi più ampi di riqualificazione urbanistica e paesistica delle aree interessate dalle localizzazioni degli impianti, sulla base di specifici accordi di programma."Dunque l'accordo non solo definisce il 79% del sistema impiantistico dell'intero ATO n.6, ma definisce anche un insieme di proposte di ampia riqualificazione per la cui realizzazione i Comuni s'impegnano a considerare negli investimenti complessivi non solo la parte strettamente impiantistica ma anche ciò che sarà necessario investire per sanare e riqualificare importanti parti di territorio che dall'attuale gestione dei rifiuti urbani ed assimilati sono feriti ed offesi.Uno di questi aspetti ci riguarda più direttamente perché non c'è dubbio che la localizzazione proposta generosamente dai Sindaci di Sesto, Campi e Cadenzano, nonostante che sia la più equidistante possibile rispetto ai perimetri degli abitati di Brozzi/Peretola, di S.Donnino e Sesto, coinvolge consistenti quote di popolazioni peraltro già caricate urbanisticamente di pesanti funzioni non proprio compatibili con quella della residenza.Perciò i Sindaci di "Campi, Sesto e Firenze" hanno concordato "che l'indirizzo così assunto comporta una revisione dell'ISC di Case Passerini e, ad impianto di termovalorizzazione realizzato, la chiusura della discarica di Case Passerini, nonché il superamento graduale da funzioni connesse al ciclo di trattamento e smaltimento degli RSU dell'ex inceneritore di S.Donnino compresa la sua demolizione.".In merito a questo posso annunciare che molte delle osservazioni e proposte avanzate dal Quartiere 5 erano già state delineate tra i tre Sindaci in preparazione di un apposito Accordo di Programma ed alla cui definitiva stesura ed attuazione intendiamo coinvolgere attivamente il Consiglio di Quartiere ed inoltre comunico che l'Amministrazione è totalmente d'accordo nel fare proprie e portare in Conferenza dei Servizi, prevista prima dell'approvazione definitiva, le osservazioni al Piano che lo stesso Quartiere ha deliberato.Non solo, ma più in generale, i 13 Sindaci hanno concordato "che entro la data del 30/10/2001 le due Società SAFI SpA e Quadrifoglio SpA predisporranno un preliminare di Piano Industriale che individui, secondo quanto previsto dal Piano Provinciale di recente adottato, dimensionamento ed ipotesi di tecnologie d adottare per gli impianti, gli investimenti necessari, le forme di finanziamento, i possibili assetti societari per una gestione unitaria con i relativi costi."Concordando "altresì sulla base di un idoneo studio, un insieme d'interventi di riqualificazione di riqualificazione urbanistica ed ambientale relativamente all'intorno dei siti individuati".In sintesi l'obiettivo che queste Amministrazioni si pongono è assumere il cambiamento di strategia e di filosofia industriale dell'intero processo relativa alla raccolta e smaltimento degli RSU, per realizzare un generale intervento di:1. incentivazione alla riduzione della produzione dei rifiuti estendendo l'esperimento in corso al Q4 sulla base di un apposito protocollo da esso sottoscritto con il Quadrifoglio SpA;2. intensificazione della raccolta differenziata estendendo a tutta la città la raccolta dell'organico già sperimentata l'anno scorso per giungere al marzo del 2002 il 35% avendo già raggiunto al marzo scorso l'obiettivo del 25%;3. messa in esercizio delle rifiuterie per la raccolta del grigio e del bianco (elettrodomestici, computers etc);4. risanamento e riqualificazione ambientale, sanitaria e sociale dei territori interessati.E nessuno può dire che questa non sia una strategia ecocompatibile, sostenibile e soprattutto realistica!Perciò c'è una fase ed un tempo determinato che intendiamo usare per esaminare, valutare fattivamente tutte le osservazioni e proposte realistiche che cittadini singoli od organizzati, portatori d'interesse e chiunque altro relativamente alla proposta complessiva sia dal punto di vista impiantistico/industriale, sia dal punto di vista delle valutazioni preliminari d'impatto ambientale e sanitario, sia dal punto di vista del risanamento e riqualificazione delle aree interessate, sia, infine, dal punto di vista dei benefici ed indennità di disagio ambientale che le popolazioni di quelle aree avessero da subire.In questo senso c'è da rilevare l'insediamento già avvenuto del Comitato per l'Inchiesta Pubblica designato dalla Provincia e previsto per legge che, per la sua composizione (ARPAT, ASL, Università, Agenzia Sanitaria Regionale (ASR Sez. epidemiologia) può essere considerato un soggetto terzo così come richiesto nella mozione di R.C.Ma accanto a questo c'è da registrare positivamente l'impegno dell'Università, tra l'altro oggetto di uno specifico protocollo d'intesa già approvato dalla Giunta ed in corso di sottoscrizione, a costituire e mettere a disposizione un Comitato Scientifico terzo composto da tutte le discipline necessarie alla più ampia definizione, indicazione e valutazione delle tecnologie più convenienti in rapporto alle ricadute ambientali e sanitarie ed all'esame e valutazione delle osservazioni in merito che cittadini, comitati, istituzioni avessero da avanzare.Ma è altrettanto chiaro che alla fine di tutte le valutazioni possibili ci sarà e ci dovrà essere una decisione finale!Sempre seguendo la traccia del protocollo d'intesa, è rilevante il fatto che entro il 31.10.2001 siano individuati i possibili assetti societari per la gestione unitaria dei processi è preliminare all'obbiettivo di fusione tra le due aziende quale strumento unico attuativo dell'intero processo e prevedendo nel contempo anche il coinvolgimento nelle forme e nella quantità da definire di soggetti privati.Questo punto, soprattutto per il Comune di Firenze, è rilevante dal punto di vista della riorganizzazione industriale della Quadrifoglio s.p.a., che pur avendo raggiunto importanti obbiettivi sul fronte della raccolta differenziata e del lavaggio con ordinanza, ha tuttavia bisogno di ulteriori miglioramenti di efficienza e di produttività, per quanto riguarda soprattutto lo spazzamento manuale e più in generale interventi di igiene urbana.Non solo, ma il fatto stesso di estendere l'operatività di Quadrifoglio su un'ampiezza di territorio più adeguata all'attuale dimensione aziendale, è lo strumento attraverso il quale aumentare la produttività e cogliere l'occasione per rivedere la collocazione interna di alcuni Servizi non direttamente collegati all'effettiva attività istituzionale.Il Protocollo sottoscritto, rappresenta anche la chiusura dell'Accordo di Programma sottoscritto nel 1997 dagli stessi Comuni, e che ha dato vita al COSFI (Consorzio senza rilevanza esterna tra Quadrifoglio e SAFI) per la regolazione delle partite economiche, relative alla distribuzione tra tutti i Comuni, dell'insieme dei costi di smaltimento, ivi compreso il costo di smaltimento nel Gassificatore.Con riferimento alle osservazioni e all'interrogazioni, preannunciate sulla stampa dai Cons. Checcucci e Pieri, preciso che questo Accordo del 97 ha generato il costo annuale per il Quadrifoglio di circa 4,3 miliardi l'anno senza contare i circa 900 milioni che annualmente venivano spesi in acquisto di gas per la produzione di RDF destinato a Testi.Questa Amm.ne ha deciso, insieme agli altri soci del Quadrifoglio, che questa situazione non poteva proseguire e dunque, ha dato precisa indicazione alla propria Società di sospendere i pagamenti, in quota per il 1999 e per tutto il 2000.Faccio osservare che senza questa fermezza non si sarebbe determinata una svolta così importante quale è il Protocollo sottoscritto, e che, ripeto, è l'elemento risolutivo per l'attuazione del Piano Provinciale.Perciò, quanto è riportato nell'allegato A del Protocollo d'Intesa, rappresenta non un costo aggiuntivo ma un debito dovuto e che comunque conclude l'intera vicenda che ci ha costretti, fino ad oggi, non solo a sostenere spese di produzione di un combustibile pregiato quale RDF ma anche le evidenti inefficienze di un sistema di termovalorizzatore sperimentale qual è il Gassificato di Testi.Ed è stata anche questa nostra determinazione e la riflessione di tutti i soci SAFI che ha portato il Comune di Greve ha formulare un proposta di adeguamento e di potenziamento all'attuale Polo termico e del quale il Gassificatore con alimentazione modificata continuerà a farne parte, integrandosi con la seconda caldaia da realizzare e con l'uso del cementificio.Sig. Presidente, Signore e Signori Consiglieri, come avete potuto annotare, la mia relazione non si incentra su un'astrusa ed astratta polemica sulla bontà o meno del termovalorizzatore.Non è questo il tema!Questo dovranno dircelo gli esperti ai massimi livelli, dovranno dircelo le testimonianze di chi, con noi, vorrà visitare simili impianti realizzati ed in esercizio da tempo e vorranno sentire con noi il parere delle popolazioni interessate.Insieme valuteremo quest'esperienze e queste informazioni tecniche e scientifiche che vogliamo e che vogliamo siano a disposizione di tutti ed insieme vogliamo decidere, non per questo e per quel termovalorizzatore, ma vogliamo decidere per un sistema complessivo di riduzione dei rifiuti alla fonte, recupero, riciclo e riuso, attraverso una raccolta differenziata che raggiunga il valore minimo del 50% e che utilizzi tale residuo come materia seconda dalla quale trarre energia e calore, da restituire alle varie popolazioni che ospiteranno necessariamente gli impianti a ciò preposti.Vogliamo decidere con tutti, le garanzie di massima sicurezza, sia attraverso la V.I.A. una volta decisa la tecnologia da assumere, sia attraverso un VIS (valutazione di impatto sanitario) da definire nella sua metodologia da parte di esperti che lo propongono.Ma vogliamo e dobbiamo decidere una svolta che sia l'occasione per un risanamento ed un risarcimento ambientale e sociale, verso i territori e le popolazioni che hanno subito e che subiscono gli effetti di una pratica di smaltimento non più sostenibile.Vogliamo il confronto più ampio ed anche il più aspro, ma non siamo disposti ad accedere a pratiche che impediscano di decidere o di procrastinare nel tempo una scelta non più eludibile e realisticamente ecocompatibile!Infine anche quest'obiettivo, raggiunto dell'intesa tra i Sindaci, insieme con quello raggiunto sull'integrazione dei Servizi idrici dell'intero ATO 3, dimostrano che quest'Amm.ne ha decisamente rotto con le pratiche isolazioniste della città di Firenze, che non vuol essere più dominante, ma che sente la responsabilità d'avere e di svolgere un ruolo dirigente nella propria area e più in generale nella regione così come definito nel Protocollo d'Intesa, recentemente firmato, tra Comune di Firenze, Provincia di Firenze e Regione Toscana.