La Cooperativa di Legnaia verso un marchio doc la produzione di frutta e ortaggi
L'Assessore regionale all'Agricoltura Tito Barbini, su invito del Consiglio di Quartiere 4, è venuto a fare visita alla cooperativa di Legnaia per conoscerne il progetto di ampliamento, presentato in Regione per ottenere finanziamenti.La Cooperativa di Legnaia, che solo su Firenze conta 200 aziende, intende compiere un investimento di 14 miliardi per affiancare all'attuale produzione, prevalentemente orticola, un centro di condizionamento degli ortaggi e della frutta di 3000 mq, nel quale sarà anche previsto un punto di cottura a vapore delle verdure (una novità questa, per quanto riguarda la Toscana, attualmente fruitrice di verdure cotte in acqua e bicarbonato: tecnica che per mantenere alle verdure colori più appetibili, ne diminuisce però le virtù nutritive); un ampliamento di altrettanti 3000 mq della parte distributiva, nella quale verranno allocati prodotti della Cooperativa stessa e prodotti tipici toscani (la Coop. di Firenzuola, per esempio, provvederà per il settore carni ); ed infine una serra di 1000 mq per le piante ornamentali.L'Assessore Barbini ha voluto rendersi conto di questa realtà imprenditoriale e della fattibilità del progetto di sviluppo, ed è parso interessato soprattutto all'idea della Cooperativa di creare un marchio doc per la produzione di ortaggi e frutta della Piana fiorentina.Il progetto è indubbiamente ambizioso, ma il Presidente della Cooperativa di Legnaia Stefano Meli spera che i lavori possano iniziare già a settembre. La grande distribuzione è attenta a questa iniziativa ed il Consiglio di Quartiere 4 ha coinvolto l'Assessore al Commercio Francesco Colonna, che sta seguendo con impegno le fasi del progetto. La realizzazione di quest'idea, infatti, porterebbe notevoli vantaggi, sia per l'ampliamento del mercato di distribuzione, sia perché creerebbe dai 20 ai 30 nuovi posti di lavoro, sia per una riqualificazione appunto della Piana fiorentina come realtà ricca anche di tradizioni contadine, che sarebbe un peccato perdere in un momento come questo in cui l'agricoltura di qualità pare avere un forte rilancio nel mercato regionale, sia infine, ma non per ultimi, per i consumatori che sarebbero garantiti da un marchio di qualità anche a livello della grande distribuzione. (Segr-red)Palazzo Vecchio, venerdì 6 luglio 2001