Forum alternativo dell'acqua, interviene Monica Sgherri (Rifondazione)
Questo il testo dell'intervento della capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri:«La terribile macchina da guerra angloamerica si è messa in moto. La maggioranza della popolazione mondiale è contraria alla guerra ma quella netta minoranza che vuole la guerra comunque la fa.Il controvertice mondiale sull'acqua è stato mantenuto perché è lui stesso un atto contro la guerra e per la pace. Per questo mi provo ad entrare nel merito di alcuni punti.Il diritto all'acqua per tutti e acqua come bene pubblico non privatizzabile, sono le due facce della stessa medaglia.Non siamo assolutamente convinti che si possa tenere a bada gli interessi di un socio privato al 40/45% che entrerà in regime di monopolio tanto più se è una multinazionale che non investe certo per priorità sociali. La certezza delle Spa è quella di fare profitti e con quello scopo entra il socio privato. E nulla possono i rappresentanti pubblici fra l'altro scelti spesso in base a criteri di fedeltà e di spartizione politicaQuanto sta avvenendo in Toscana, è un primo e sostanziale passo verso la privatizzazione di questa risorsa fondamentale alla vita, preziosa e limitataNon convince neanche l'affermazione che la gestione di questo bene primario sia imprenditoriale.Infatti , se si sommano gli effetti degli scopi di una società per azione con la gestione caratterizzata da forte imprenditorialità e la copertura dei costi e dei ricavi basata esclusivamente sul piano tariffario e sulla vendita dell'acqua è chiaro che il risultato, al di là delle enunciazioni di principio, non è altro che quello di considerare l'acqua una pura merce da vendere.Sbaglia, secondo noi, chi pensa che questa impostazione sia compatibile con politiche di risparmio dei prelievi, gratuità del consumo minimo vitale giornaliero (40 litri a persona) , penalizzazione dei consumi sbagliati, politiche di investimento per il riuso delle acque e riconversione della produzione basata sui circuiti chiusi di acqua.D'altra parte questo diritto non può essere garantito a tutti se i costi ricadono esclusivamente sulle bollette e non sulla fiscalità generale. Difficile garantire questo diritto agli abitanti delle province e regioni che al contrario della Toscana sono povere di acqua e necessitano di forti investimenti.Ultimo punto, democratizzare la gestione di questi servizi essenziali, a partire dall'acqua, non sono affari dei (soli) soci, pubblici e privati, ma sono e devono tornare ad essere affare dei cittadini tutti e dei consigli elettivi.Le decisioni che influiranno sia sulla qualità della nostra vita nell'immediato e nel futuro sono state demandate alle società proprietarie, ossia alle conferenze dei sindaci che agiscono in totale autonomia senza alcun obbligo verso il mandato elettorale.Si pensi all'approvazione del piano industriale dell'acqua che prevede investimenti di migliaia di milioni di vecchie lire sul territorio e sulla manutenzione della rete per i prossimi 10 anni. Chi di noi è a conoscenza di cosa è stato deciso?Io penso, che sia determinante reintrodurre il mandato vincolante al Sindaco riattribuendo nuovamente ai consigli elettivi l'approvazione degli indirizzi, dei piani industriali e il controllo su queste materie fondamentali alla nostra vita e a quella delle future generazioniMa non basta, è necessario garantire la partecipazione dei cittadini, si pensi al parlamento delle acqua proposto nel Manifesto dell'acqua, sottoscritto tra l'altro da molti sindaci della provincia di Firenze. In questo senso è necessario impegnarsi ad approvare una legge regionale sulle modalità di costituzione dei comitati locali di cittadini e sulle modalità per la loro partecipazione agli indirizzi».(fn)