La statistica per il buon governo delle città. La figura di Ugo Giusti, primo statistico fiorentino

La Multiteca intitolata a Ugo Giusti (primo dirigente dell'Amministrazione Comunale di Firenze), rappresenta un fiore all'occhiello del Dipartimento di Statistica del Comune. È situata presso gli uffici del Dipartimento in via Perfetti Ricasoli, 74. Raccoglierà tutti i dati relativi alle indagini statistiche e sarà messa in rete con lo SDIAF, il sistema integrato che raccoglie biblioteche ed archivi pubblici di Firenze e di gran parte dei Comuni della provincia fiorentina (circa una sessantina). Si tratta di una struttura di documentazione a sostegno del lavoro e di produzione di notizie. Il materiale della Multiteca è stato recuperato da diverse postazioni, archivi di deposito. Ora dovrà essere catalogato e ordinato. La nuova struttura opererà in stretto contatto con gli uffici comunali e sarà collegata in rete con alcune banche dati e col portale statistico che è in via di ultimazione e che sarà presente anche nella rete civica del Comune.Sono alcuni dei temi emersi dal Convegno: "Una statistica per la città. L'opera di Ugo Giusti (1873-1953)" dedicato ad Ugo Giusti svoltosi stamani presso il Dipartimento di Statistica e nel pomeriggio nel Salone de' Dugento di Palazzo Vecchio."Estremamente attuale l'attività di Ugo Giusti – ha commentato l'assessore alla statistica Elisabetta Tesi –. Secondo Giusti, infatti, la statistica locale di differenzia da quella nazionale perché, potendo lavorare su dati disgregati piuttosto che su risultati complessivi dei fenomeni sociali di grandi dimensioni, riesce a prendere in considerazione una pluralità di variabili e a seguire le dinamiche anche nei loro incroci. Diceva Giusti nel 1904 nell'annuario statistico del Comune di Firenze, che il Comune tende ad allargare e ad intensificare la sua missione sociale. Non è più solo un organo del potere centrale ma è l'interprete cosciente, talvolta iniziatore di provvedimenti sociali".L'importanza dei dati forniti dalle amministrazioni locali è stata sottolineata anche dal presidente dell'ISTAT Luigi Biggeri: "manca la cultura statistica. Occorre lavorare con le Università. Gli statistici devono avere i fondi per rispondere alle esigenze delle amministrazioni. Le amministrazioni nazionali e locali devono investire sulla statistica altrimenti non avranno le informazioni per governare bene sul loro territorio"."Le informazioni relative alla variazione dei prezzi a livello nazionale – ha proseguito Biggeri – di uno 0,1% o poco più non incidono sui singoli Comuni ma possono servire per dare una guida alla politica economica nazionale o comunitaria. Non per capire quello che si muove sotto. Per rispondere a queste esigenze è necessario andare a livello locale"."La statistica – ha commentato l'assessore alla cultura Simone Siliani – deve essere uno strumento di studio ma è altresì necessaria per il governo locale e nazionale ed è importante quest'operazione culturale che è in essere. Alle amministrazioni sarà richiesto sempre di più una capacità di programmazione e di indirizzo dello sviluppo e sempre meno attività gestionali. La nuova Multiteca sarà collegata in rete allo SDIAF che raccoglie oltre un milione di titoli ed al quale ha chiesto di aderire anche un istituto privato come l'Accademia della Crusca".Il professore Carlo Corsini, docente di demografia storica dell'Università di Firenze ha tracciato il profilo storico della statistica a Firenze raccontando che il primo censimento fu chiamato "plebiscito della nazione" e fu realizzato nel 1861."Statistica significa la verifica degli strumenti – ha spiegato il professore Corsini – ed applicazioni della statistica le troviamo nella seconda metà dell'800. La prima ricerca statistica fu compiuta da Balzac nel 1826 a Parigi, per scoprire quante erano le donne virtuose in città. I parametri utilizzati furono: il possesso della carrozza, lo stipendio del marito, il suo stile di vita. Le città, per Giusti, diventarono un grande laboratorio di ricerca. Le prime ricerche erano relative al matrimonio, alla criminalità ed alla fecondità legata alla classe sociale".Ugo Giusti, nella sua attività, ha recuperato e sistemato i dati, le informazioni, le indicazioni giunte da questi studiosi, applicandole a Firenze e creando nei quartieri le sezioni statistiche. Riuscì a trovare sei volumi di cartapecora relativi ad un censimento fiorentino del 1810.Tutto questo dimostra che la statistica è uno strumento non solo per conoscere il presente e per contribuire alla formulazione degli indirizzi politici ma anche per apprezzare il passato."Stiamo facendo un grosso sforzo per far uscire il nostro lavoro dalla circoscritta ma importante nicchia delle disposizioni ministeriali – ha spiegato Riccardo Innocenti dirigente del Dipartimento di Statistica – per far sì che la statistica sia sempre di più un collante fra la statistica locale e nazionale. I primi utenti dei dati prodotti devono essere proprio le Amministrazioni locali. Ugo Giusti apparteneva al protagonismo della città, dei Comuni e per questo motivo non è stato una figura dominante nell'ISTAT. Non è riuscito ad inserirsi nel cambiamento della società".Al convegno hanno partecipato anche il vicesindaco Giuseppe Matulli, Paolo Arvati presidente dell'USCI (Unione Statistica Comuni Italiani), Vera Giusti (nipote dello statistico), Filippo Casini (autore del libro), Dora Marucco, Gabriele Corsani e Oscar Gaspari. (uc)PALAZZO VECCHIO, 19 Febbraio 2003