Il 18 febbraio i festeggiamenti per Anna Maria Luisa de' Medici

Firenze rievoca Anna Maria Luisa dei Medici, l'ultima erede della grande famiglia che governò la capitale toscana. La celebrazione ufficiale si terrà il 18 febbraio (giorno della morte di Maria Luisa) nel Salone de' Dugento in Palazzo Vecchio (ore 17) e, il giorno 15, con visite guidate gratuite al museo di San Marco. L'iniziativa, promossa dall'assessorato alla valorizzazione delle tradizioni fiorentine in collaborazione con l'associazione guide turistiche (Agt) e l'Opera Medicea Laurenziana, è stata presentata stamani in Palazzo Vecchio dall'assessore Eugenio Giani."I festeggiamenti in ricordo di Anna Maria Luisa de' Medici, l'Elettrice Palatina, - ha ricordato l'assessore Giani – rientrano nelle 12 festività ufficiali dell'Amministrazione Comunale. La città ricorda in modo solenne la grande Elettrice Palatina che contribuì in modo fondamentale alla conservazione di gran parte delle opere d'arte che appartenevano alla famiglia dei Medici. Si deve a lei la nascita del primo museo al mondo, gli Uffizi. La cerimonia in Palazzo Vecchio sarà preceduta dal corteo della Repubblica Fiorentina che partirà dal Palagio di Parte Guelfa fino alle Cappelle Medicee, dove verrà deposta una corona. Le prolusioni saranno tenute da Alberto Bruschi, Mario Lolli Ghetti e Marilena Mosco. Abbiamo deciso di rinviare al prossimo anno la mostra su oggetti inediti di Anna Maria Luisa de' Medici, perché al Palagio di Parte Guelfa sono in corso lavori di ristrutturazione e non garantivano le norme di sicurezza".Anna Maria Luisa nacque nel 1667 ed era figlia del granduca di Toscana Cosimo III e di Margherita d'Orleans; si sposò con l'Elettore di Sassonia e lì visse fino a che non rimase vedova. Nel 1716 tornò a Firenze ed elaborò un importante testamento con il quale al momento della sua morte, avvenuta il 18 febbraio 1743, lasciava allo Stato tutte le collezioni della sua famiglia, rimaste di sua proprietà sia per il pubblico e che per incuriosire i forestieri. Non solo. Con questo testamento obbligò i suoi successori a non portare niente fuori dalla Toscana."Se Firenze - ha aggiunto l'assessore Giani - oggi è la grande città d'arte che tutti conosciamo e mantiene gran parte del patrimonio originario delle famiglie regnanti, lo dobbiamo anche a questa grande protagonista della nostra storia e al suo testamento".(fd)