Convegno dei Ds sulla democrazia partecipativa
Le prospettive e gli strumenti per una democrazia partecipativa saranno al centro dell'incontro "La democrazia possibile" che si terrà venerdì pomeriggio al Palagio di Parte Guelfa. All'iniziativa, organizzata dal gruppo consiliare dei DS, parteciperanno capigruppo, consiglieri comunali e, soprattutto, hanno già chiesto di intervenire i rappresentanti di numerosi comitati.Al Palagio di Parte Guelfa interverranno inoltre Massimo Morisi e Alberto Magnaghi, dell'università di Firenze. Introdurrà il consigliere dei Ds Alessandro Lo Presti mentre a presiedere sarà Ugo Caffaz, capogruppo dei DS in Palazzi Vecchio. Le conclusioni sono affidate al sindaco Leonardo Domenici.Il 2 dicembre scorso il consiglio comunale approvò un'apposita mozione che fra l'altro, impegnava il sindaco «ad avviare un processo di discussione e progettazione istituzionale, organizzativa e procedurale che coinvolga le componenti politiche del consiglio comunale sulla qualità e l'efficacia della partecipazione civile alle politiche pubbliche della nostra città coinvolgendo, nelle forme più opportune che saranno definite, tutti i gruppi sociali portatori di interessi diffusi nel Comune di Firenze per migliorare gli strumenti di partecipazione pubblica» e «ad istituire, entro gennaio 2003, un gruppo di lavoro, individuato dalla conferenza dei capigruppo, formato da esperti, esponenti dell'associazionismo locale, consiglieri comunali e di quartiere (quest'ultimi in numero paritario tra maggioranza e opposizioni) che attivi un simile percorso e formuli apposite ipotesi di lavoro al consiglio comunale e alla discussione pubblica».«Riuscire ad individuare nuovi strumenti di partecipazione - hanno rilevato il capogruppo dei Ds Ugo Caffaz e il consigliere Alessandro Lo Presti - non significa indebolire il ruolo istituzionale della assemblee elettive del Comune e dei Quartieri né, tantomeno, quello politico dei partiti. Si tratta, invece, di dare risposte a nuovi bisogni». «In realtà - hanno proseguito Caffaz e Lo Presti - sia le istituzioni che le forze politiche non avranno che da trarre vantaggio e stimolo da un rafforzato confronto con fiorentini associati in comitati o movimenti. D'altra parte la partecipazione implica un salto di qualità anche per queste nuove realtà che vengono chiamate a passare da una fase di protesta ad una di più attiva proposta». (fn)Questo il testo della mozione approvata:Mozione n. 352 approvata dal Consiglio Comunalenella seduta del 2 dicembre 2002"Per nuovi strumenti per la realizzazione di una più ampia "democrazia partecipativa""IL CONSIGLIO COMUNALEPreso atto delle risultanze, in corso di stampa, del Convegno sul ruolo dei Consigli Comunali organizzato dalla Presidenza del Consiglio Comunale, del successivo confronto avvenuto recentemente proprio nella stessa assemblea consiliare e del processo in atto nella società fiorentina che chiede di realizzare una più ampia "Democrazia Partecipativa";Preso atto delle profonde innovazioni legislative, introdotte dalla L. 142/90 e dal T.U approvato con D.Lgs. 267/00, che hanno disegnato negli Enti Locali un nuovo assetto di relazioni tra esecutivo municipale e consiglio comunale che, insieme alla maggiore stabilità dei governi cittadini, ha aperto altresì un dibattito intorno al ruolo e alla funzionalità espressiva dei Consigli Comunali;Valutato che la riflessione in atto sulle prospettive delle assemblee comunali deve riuscire a dare risposte ad alcuni temi cruciali quali:La qualità e l'intensità della rappresentanza politica offerta dalle assemblee elettive ai cittadini;La strumentazione di fatto e di diritto a disposizione delle une e degli altri nella formazione e nella messa in opera delle strategie di governo locale e delle politiche in cui queste si articolano;Le logiche dell'azione politica dei rappresentanti e le aspettative dei rappresentati;Le nuove modalità con cui possono combinarsi democrazia rappresentativa e democrazia "diretta" al di là dell'istituto referendario, ma anche tenendo conto delle esperienze acquisite da questo strumento;Preso atto che la nostra città è animata da numerosi comitati, associazioni, movimenti tutti tesi a chiedere una maggiore partecipazione alle scelte del governo locale;Considerato il ruolo che la Costituzione affida ai partiti che restano i principali soggetti cui è deputata la rappresentanza e l'elaborazione delle istanze provenienti dalla società; valutato come tale ruolo deve essere adattato tenendo conto delle trasformazioni avvenute nella società italiana;Valutata la crescente sollecitazione dei cittadini, singoli e associati, ad influire direttamente nella definizione dei problemi che interessano la collettività e nella formulazione delle possibili soluzioni, e come risposte adeguate, sul piano istituzionale, organizzativo e procedurale ad una simile domanda costituiscano un fattore essenziale sia di qualità della democrazia locale, sia di efficacia del governo locale;Considerato che mobilità, ambiente, sicurezza, convivenza multietnica, vita e tutela dei centri storici, sono tematiche costanti nell'agenda politico-amministrativa delle città e delle metropoli contemporanee e che in Italia alimentano conflitti sociali, culturali e politici sovente paralizzanti per la stessa capacità del governo locale di trattarne le implicazioni, ove il particolarismo più frammentario degli interessi si interseca, talvolta in alleanza talaltra in conflitto, con modalità aggregative plurime e di varia solidità della società e dei suoi segmenti territoriali;Considerata la stessa difficoltà che incontrano i Consigli di quartiere, da sempre alla ricerca di un proprio effettivo ubi consistam politico-istituzionale, a correlarsi con un simile dinamismo della società e della cultura civica e politica e locale;Considerato, altresì, che possibilità di partecipazione dei cittadini alla definizione delle linee politiche di governo della città contemplate in molti statuti comunali, tra cui quello fiorentino (al titolo VIII della carta statutaria), cercano di superare una forma di democrazia "diretta" meramente eventuale o "emergenziale" rispetto alla delega rappresentativa, cioè limitata all'istituto della consultazione referendaria, e legittimano modalità di sollecitazione, di influenza e di controllo popolare come le istanze, le petizioni, varie forme di "consigli" e "comitati" (delle donne, dei ragazzi, degli extracomunitari, delle arti o delle professioni), di assemblee di cittadini, di "forum" della popolazione, di "consulte" tematiche, di "carte dei diritti": segnalando con tutto ciò l'esigenza di integrare i formali circuiti politico-rappresentativi del governo locale;.Ma evidenziato, come sia importante che lo stesso Consiglio comunale ponga strategicamente al centro della propria attenzione forme, regole e modalità della democrazia cittadina insieme alle interazioni tra i molteplici circuiti, antichi e nuovi, in cui questa può legittimamente ed efficacemente articolarsi (eventualmente valorizzando cospicue e significative esperienze che all'estero e in Italia si sono tentate, in tale chiave, con ragguardevoli successi: sia sul versante della partecipazione alle decisioni sia su quello della loro efficacia consensuale);Considerato, in tale prospettiva, che il Consiglio Comunale di Firenze ha approvato l'adesione alla Carta Europea dei Diritti dell'Uomo nella Città che all'articolo 8 comma 3 recita: "A fianco delle elezioni municipali periodiche, destinate a rinnovare le cariche elettive, viene incoraggiata la partecipazione democratica. A questo scopo i cittadini e le loro associazioni possono accedere a dibattiti pubblici, interpellare le autorità municipali sulle questioni che riguardano l'interesse della collettività ed esprimere le loro opinioni, sia in materia diretta, mediante referendum, sia attraverso le riunioni pubbliche e l'azione popolare" (e che all'articolo 28, aggiunge per altro che le città aderenti possono mettere in atto un sistema di "Bilancio Partecipativo" assunto che il Consiglio Comunale di Firenze ha recepito con una specifica mozione su questo tema);IMPEGNA IL SINDACO EIL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE:Ad avviare un processo di discussione e progettazione istituzionale, organizzativa e procedurale che coinvolga le componenti politiche del Consiglio Comunale sulla qualità e l'efficacia della partecipazione civile alle politiche pubbliche della nostra città coinvolgendo, nelle forme più opportune che saranno definite, tutti i gruppi sociali portatori di interessi diffusi nel Comune di Firenze per migliorare gli strumenti di partecipazione pubblica.Ad istituire entro gennaio 2003 - come fase prodromica allo scopo, un gruppo di lavoro, individuato dalla Conferenza dei Capigruppo, formato da esperti, esponenti dell'associazionismo locale, consiglieri comunali e di quartiere (quest'ultimi in numero paritario tra maggioranza e opposizioni) che attivi un simile percorso e formuli apposite ipotesi di lavoro al Consiglio Comunale e alla discussione pubblica.Ad assumere al termine dell'attività istruttoria del gruppo di lavoro la proposta elaborata, affidandola alla competente valutazione del consiglio comunale entro marzo 2003.Palazzo Vecchio, 2 dicembre 2002