Protesta dei Comuni toscani contro la legge finanziaria. E sabato sindaco e assessori fiorentini in piazza per informare i cittadini

"Vogliamo rivolgere un ultimo appello al governo e informare l'opinione pubblica sulla legge Finanziaria che sta per essere varata. Se non verrà cambiata, il rischio è che i Comuni si trovino costretti a ridurre i servizi aumentando la pressione fiscale. E questo sulla pelle dei cittadini". Sono le parole condivise dai sindaci toscani che stamani si sono ritrovati in Palazzo Vecchio: il primo cittadini di Firenze e presidente dell'Anci Leonardo Domenici, il sindaco di Rosignano e presidente regionale dell'Anci Gianfranco Simoncini, i sindaci di Prato Fabrizio Mattei, di Pistoia Renzo Berti, di Fiesole Alessandro Pesci, di San Miniato Daniele Cipriani, di Sambuca Francesca Vogesi, il vicesindaco di Livorno paola Jarach Bedarida e l'assessore al bilancio di Pisa Cesare Cava.Il sindaco Domenici ha anche annunciato una iniziativa che con la giunta di Palazzo Vecchio ha deciso di organizzare per sabato prossimo: sia la mattina che il pomeriggio saranno tutti insieme in vari luoghi della città, per incontrare personalmente i cittadini ed informarli sulle conseguenze che questa legge finanziaria avrà principalmente sui servizi sociali, che vengono gestiti direttamente dai Comuni. L'iniziativa, che sarà a totale spesa di sindaco e assessori, prevede la partenza con un bus elettrico da piazza Signoria alle 10, con tappe alle 10.30 davanti all'Esselunga di via del Gignoro e alle 11,30 alla Coop di via Cimabue; nel pomeriggio la partenza è prevista alle 16.30 sempre da piazza Signoria, con una tappa in piazza della Repubblica.Altre iniziative sono previste anche negli altri comuni toscani che, secondo i dati diffusi stamani, avranno con la finanziaria un taglio di risorse di circa 120 milioni di euro, a cui vanno aggiunti di mancati trasferimenti conseguenti dei tagli alle Regioni. "Evidentemente chi ha scritto la legge finanziaria – ha detto Domenici – non sa bene neppure cos'è un realtà un Comune, che si pensa funzioni come un ministero. Basta pensare al condono fiscale, il primo pensato sui tributi locali: in realtà in molti casi non serve neppure alle case comunali". Tutti i sindaci e assessori presenti hanno comunque sottolineato che non utilizzeranno la facoltà di applicare il condono fiscale, sondierato una misura iniqua e sbagliata. (ag)