Manifestazione alla sede della Banca nazionale del lavoro, Papini (Verdi): «L'istituto non finanzi la costruzione dell'oleodotto in Ecuador»

«La banca nazionale del lavoro deve interrompere il finanziamento dell'oleodotto che attraverserà l'Ecuador per 500 chilometri provocando ingenti danni socio-ambientali». Lo ha detto il capogruppo dei Verdi Alessio Papini che questa mattina ha partecipato, insieme ai rappresentanti di Rete Lilliput, Legambiente e del "gruppo ambiente e territorio del Firenze Social Forum", ad una manifestazione davanti all'agenzia Bnl di piazza della Repubblica».«Un'iniziativa - ha sottolineato l'esponente del centrosinistra - che non è assolutamente in contrapposizione alla raccolta di fondi per Telethon: l'intento quello di mettere in evidenza le scelte economiche di Bnl che arrecano gravi danni all'ambiente. L'oleodotto in Ecuador avrà conseguenze devastanti soprattutto per le popolazioni indigene e la foresta amazzonica e per questo chiediamo alla banca di uscire dal progetto».«Stamani abbiamo offerto ai clienti dell'istituto di credito e a tutti i cittadini l'occasione per unirsi alla nostra protesta e darle voce - ha aggiunto Papini - un centinaio di persone hanno accolto l'invito e hanno condiviso la condanna della condotta della Bnl entrando in banca per posare sui banchi delle piccole piantine, così da invadere simbolicamente la banca con quella foresta di cui sta finanziando la distruzione».Secondo il capogruppo dei Verdi «la banca non può nascondere il suo coinvolgimento nella distruzione dell'Ecuador, delle sue popolazioni e di riserve di biodiversità di importanza planetaria. Per tale ragione, un dossier che testimonia le distruzioni che si stanno già compiendo per la costruzione dell'oleodotto, in violazione anche della normativa ambientale della banca mondiale, è stato consegnato a una delegazione di dirigenti della filiale di Firenze». (fn)