Grandi opere, Auzzi, Caffaz e Lo Presti (DS): «Il Polo vuole bloccare lo sviluppo della città»

«Le dichiarazioni e gli autentici "proclami" di alcuni esponenti locali della destra fiorentina, a margine dell'incontro di ieri a Palazzo Chigi, appaiono gravi ed irresponsabili. Si pongono l'obiettivo non tanto di destabilizzare i governi locali di centrosinistra in Toscana e a Firenze ma soprattutto di gettare nel caos e nella paralisi operativa quell'ingente mole di opere pubbliche, con investimenti per circa 2500 miliardi di vecchie lire, incluse negli accordi vigenti e già perfezionati nella "conferenza dei servizi" sul nodo fiorentino del treno ad alta velocità-alta capacità, chiusa nel 1999: dalla nuova stazione presso i Macelli alla rete di tramvie. E queste dichiarazioni sono tanto più gravi perché rilasciate anche da esponenti del Governo nazionale». Lo hanno dichiarato il segretario metropolitano Manuele Auzzi, il capogruppo Ugo Caffaz e il consigliere Alessandro Lo Presti.«Un atteggiamento - ha sottolineato Auzzi - frutto forse di disperazione politica e comunque ispirato alla logica del "tanto peggio, tanto meglio", che potrebbe determinare un danno a carico della città e dell'intera area metropolitana».«Per questo - hanno aggiunto Auzzi, Caffaz e Lo Presti - riteniamo che tutte le forze politiche responsabili, le espressioni organizzate dei cittadini, delle categorie economiche e del sindacato debbano concordemente respingere questo genere di attacchi, nell'esclusivo interesse del nostro territorio. Quanto alle inopinate accuse di stalinismo, è evidente che siamo alla farsa e quindi sono da rinviare al mittente. Vale appena la pena di ricordare che le opere previste e finanziate sono il frutto di un lungo lavoro avvenuto nel corso dello scorso decennio grazie al quale è stato possibile concertare al tavolo istituzionale e a quello tecnico esigenze nazionali e locali, sancite appunto negli accordi siglati nel 1999 e tuttora pienamente vigenti e perciò esigibili. Appare oggi ben più "stalinista", o quanto meno centralista e autoritaria, la pretesa di bloccarli o annullarli con decisione, pare, del Governo, in contrasto con la volontà concorde di Comune, Provincia e Regione, secondo uno schema che pare essere la "cifra caratteristica" dell'attuale esecutivo: basta ricordare le polemiche sul progetto Isozaki per l'uscita degli Uffizi, o quelle sul tracciato della grande viabilità nazionale da Grosseto a Civitavecchia, fino alle recenti normative sulle grandi opere e la valutazione di impatto ambientale in cui il ruolo delle Regioni e degli enti locali è stato marginalizzato.«Dopo tutto quanto fin qui detto - ha concluso il capogruppo in Palazzo Vecchio Ugo Caffaz - riteniamo questa l'ultima provocazione, perché non accetteremo mai più dichiarazione di profilo così basso». (fn)