Riforma della sanità, interviene Domenichetti (DS): «Per il diritto alla salute, contro le proposte del centrodestra»

«Il governo di centrodestra vuole cancellare il principio dell'esclusività del rapporto di lavoro per i medici del sistema sanitario nazionale. Il contenuto della proposta è chiaro: i medici che lavorano nelle strutture pubbliche potranno visitare i pazienti, senza alcun vincolo e senza regole, anche nello studio o nella clinica privata, conservando lo stesso stipendio e le stesse responsabilità di direzione di coloro che invece lavoreranno esclusivamente per il servizio pubblico». Il giudizio è di Sandro Domenichetti, vicecapogruppo dei DS«Così - ha aggiunto Domenichetti - viene meno un caposaldo della riforma sanitaria varata dai governi dell'Ulivo e che ha avuto l'adesione dell'80% dei professionisti.Così viene meno quella motivazione etico-politica che permette di ridisegnare un servizio sanitario pubblico meno autoreferenziale, più partecipato, più vicino alle domande dei malati. Così viene meno la scommessa di costruire un grande sistema di solidarietà pubblica in cui tutti i protagonisti, dagli amministratori, ai tecnici, si sentano legati dall'orgoglio di appartenere ad un'impresa che è prima di tutto al servizio dei cittadini e del benessere della comunità. Questa proposta del governo è perfettamente in linea con la strategia di progressivo abbandono d'ogni responsabilità pubblica nei confronti della salute. Invece di concordare con le Regioni e i sindacati, l'applicazione della esclusività del rapporto di lavoro, migliorarla laddove fossero evidenti le storture, si continua sulla strada di dividere il Paese tra cittadini che pagano i ticket per le medicine nelle regioni governate dal Polo e cittadini che non li pagano come in quelle governate dall'Ulivo».«La controriforma annunciata da Sirchia - ha concluso il vicecapogruppo dei DS - favorisce solo le cliniche e i gruppi della sanità privata più o meno qualificati. Verrà meno l'interesse e la convenienza delle aziende sanitarie a valorizzare i propri professionisti e la ricerca della qualità, mentre si accentueranno i conflitti e le tensioni tra i medici e sarà più difficile e complicata la carriera dei giovani medici.Soprattutto questa controriforma rende più debole il paziente, abbandonato ad un sistema sanitario che anziché produrre salute è spinto a moltiplicare le prestazioni, siano esse fornite da case farmaceutiche o da cliniche private.Bene fa la Regione Toscana ad opporsi decisamente a questa proposta, continuando sulla strada di un Servizio sanitario Toscano sempre equo, solidale ed efficiente, che cerca di produrre salute e una medicina appropriata, con al centro il paziente e il suo diritto alla salute. Ci faremo promotori perché anche il Comune di Firenze sia parte di questa iniziativa a difesa di un sistema sanitario pubblico». (fn)