"Giornata della Memoria", l'assessore Monciatti ricorda l'Olocausto dei Rom
"Nella "Giornata della Memoria"- scrive l'assessore all'immigrazione Marzia Monciatti- del quale tutti sentiamo sempre di più la necessità in tempi di guerre che non sembrano mai finire e di persecuzioni che si consumano, quasi dimenticate, in tante parti del mondo, vorrei dare un contributo al ricordo dell'orrore rinnovando la memoria dell'Olocausto della popolazione Rom""Come sappiamo, - ha ricordato l'assessore Monciatti- nel 1937 vennero promulgate leggi contro gli "asociali". Asociali venivano definite tutte quelle persone che, pur non avendo commesso reati, si fossero dimostrate riluttanti ad inserirsi nella società: mendicanti, girovaghi, prostitute, persone affette da malattie contagiose.All'inizio del 1942 cominciò l'internamento nei campi di concentramento dove vennero trucidati migliaia e migliaia di Rom."Ma c'è di più: nel 1941 si contavano 22 campi di concentramento nei Balcani; in Croazia il movimento filo-nazista degli ustascia proclamò l'indipendenza della Croazia e dette inizio alla pulizia etnica del paese. Maurizio Orlandi ha ricostruito la storia di Jasenovac, campo di sterminio nei Balcani dove fu trucidato circa un milione di Rom, in un film documentario dal titolo "La Notte dei Rom".Le difficoltà sulla ricostruzione della storia precisa l'assessore- e, quindi, della memoria sul genocidio dei Rom, sono dovute anche alla mancanza, quasi assoluta almeno fino a 20 anni fa, di una tradizione scritta da parte di questo popolo. Un grande contributo, in questo senso, lo ha dato Luca Bravi con il suo bel libro dal titolo "Altre tracce sul sentiero per Auschwitz - il genocidio dei Rom sotto il Terzo Reich " pubblicato nel 2002 da CISU (Centro di Informazione e Stampa Universitaria).""L'otto Aprile, -suggerisce Marzia Monciatti- giorno che simbolicamente segna l'inizio della diaspora del popolo Rom dall'India potrebbe diventare la Giornata della Memoria dell'Olocausto dei Rom nei campi di sterminio.In questo 27 Gennaio 2004 credo che Firenze possa contribuire alla ricostruzione di questa terribile storia della quale sono state vittime le persone Rom perché non si può vivere in un eterno presente, senza ricordi e consapevolezza del proprio passato.Se perdiamo la memoria di tutto ciò che di agghiacciante è accaduto e di quanto ancora oggi troviamo, non in forma di deboli tracce, ma di pericoli reali e concreti di ciò che in nome della "razza" e della presunzione di superiorità di alcuni rispetto ad altri, di come tanti luoghi comuni ancora avvelenino la convivenza pacifica fra le persone, siamo destinati al Porrajmos che, nella lingua Rom, significa "divoramento" e indica il ricordo della persecuzione e dello sterminio che il Terzo Reich attuò nei confronti del popolo Rom."(lb)